La pioggia batteva come frustate contro i vetri della finestra, trasformando le luci di Firenze in macchie sfocate. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua caparbietà. Aveva insistito per raggiungere la stazione di Santa Maria Novella a piedi, convinta di riuscire a evitare la coda per un taxi. Erano le 23:30 e l’ultimo treno per casa, a Bologna, partiva alle 23:55. Un colloquio di lavoro andato male, un umore nero e la fiducia eccessiva nella sua resistenza l’avevano portata a quella situazione. Ormai era lontanissima, il dolore al piede sinistro, per via del tacco rotto, si faceva lancinante e la distanza sembrava raddoppiare ad ogni passo.
Aveva provato a chiamare un amico, ma il telefono era muto. La batteria si era scaricata poco prima, un ulteriore colpo alla sua sfortuna. Pensò di arrendersi, di cercare un hotel vicino alla stazione e rimandare il rientro a domani, ma la prospettiva di dover affrontare ancora una giornata a Firenze, con la delusione del colloquio che la tormentava, era insopportabile. In preda al panico, ricordò di aver visto, qualche giorno prima, un cartellone pubblicitario che pubblicizzava Radio Taxi 24 Firenze. Contò i pochi spiccioli nella borsa, sperando di avere abbastanza per la corsa.
Con le dita tremanti, digitò il numero su un cellulare esposto fuori da un bar, chiedendo al barista se poteva prestarle il suo per un’emergenza. La voce squillante dell’operatore Radio Taxi 24 la raggiunse come un raggio di speranza. Spiegò frettolosamente la sua situazione, fornendo la sua posizione. L’operatore, calmo e professionale, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. L’attesa, seppur breve, le parve un’eternità. Ogni lampada che appariva, ogni ombra, suscitava in lei un sussulto di speranza.
Finalmente, tra la pioggia battente, vide le luci rosse di un taxi sfrecciare verso di lei. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, la accolse con un gesto gentile. Appena salita a bordo, Elena si sentì al sicuro e sollevata. Il taxi, nonostante il traffico notturno, sfrecciò tra le vie illuminate della città, evitando le pozzanghere e i rallentamenti. Il tassista, sentendo il suo racconto, la incoraggiò, dicendole che le delusioni fanno parte della vita, ma che non bisogna mai arrendersi.
Arrivarono alla stazione alle 23:52. Elena, con le lacrime agli occhi, ringraziò il tassista per la sua prontezza e gentilezza. Saltò giù dal taxi, correndo verso il binario giusto. Riuscì a salire sull’ultimo vagone appena in tempo. Seduta al suo posto, osservando la stazione allontanarsi, capì quanto fosse stato cruciale l’intervento di Radio Taxi 24. Non solo l’avevano portata in stazione, ma l’avevano restituita alla speranza, ricordandole che, anche nelle notti più buie, c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarti.

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