Napoli era avvolta dalla nebbia fitta quando Valeria si svegliò improvvisamente, fradicia di sudore. Era mezzanotte e mezza, il cuore le batteva forte, la pancia le doleva in maniera insopportabile. Aveva costantemente espresso il dolore per settimane e ora, dopo un paio d’ore di contrazioni regolari, capì di non poter aspettare: stava partorendo. Le lampade della sua stanza si riverberavano sulle mie braccia madide di paura. Non aveva idea di come fare ad arrivare all’ospedale, il marito era fuori città per lavoro e la sua bambina stava arrivando, non c’era tempo da perdere.
Prese il telefono con mano tremante e digitò in fretta il numero del Radio Taxi 24. Il telefono squillò, squillò, squillò, finché una voce calma non rispose: “Radio Taxi 24, buonanotte. Cosa posso fare per lei?” Valeria sentì un peso sollevarsi. Spiegò con breve respiro la sua situazione, e il centralinista la tranquillizzò: “Non si preoccupi, stiamo chiamando un taxi per lei. Sarà qui tra pochi minuti, tenersi forte, va bene?” Mentre aspettava, si guardò intorno cercando di non spaventarsi del tutto.
Quattro minuti dopo della telefonata, un taxi nero fendeva la circolazione, tra spirali di nebbia e strade semideserte, e si fermò davanti al portone del suo appartamento. L’autista, un uomo gentile e sveglio, non chiese dettagli, capì al volo: “Non perda tempo, scenda, andiamo.” Salì a bordo con Valeria, subito seguita da una borsa riempita all’ultimo momento con vestiti, documenti e lenzuoli prenotati per l’appartamento in affitto in centro. L’autista guidò con prontezza, nonostante l’ora tarda e la mancanza di visibilità, tenendole compagnia con calma e professionalità.
L’ospedale era a venti minuti di strada, ma i minuti sembrarono spegnersi velocemente come fuochi d’artificio. L’autista, ricordandosene casualmente, notò un distributore di bevande in periferia e chiese a Valeria: “Può bere qualcosa?” Non attese risposta e spinse un bicchiere d’acqua fredda tra le sue mani. Arrivati lì, i medici accolsero Valeria in tempo per il parto, che fu tempestivo ed emotivo. La sua bambina Sofia nacque lì per lì, in ali di luce e di sollievo.
Mesi dopo, a un incontro di amiche, parlarono del suo parto, e Valeria raccontò l’episodio con commozione. Quando un’amica prese male la cosa, chiedendo come abbia fatto a chiamare un taxi in mezzo alla nebbia, Valeria sorrise. “Sono fortunata o forse sveglia,” disse. “Comunque sia, Radio Taxi 24 ha salvato la mia giornata più difficile e un po’ ha scritto la sua, so che però vale davvero la pena di raccontarlo, perché chi ti è accanto in un momento simile, magari non riesci a dargli un bacio o un fiore, ma seguirà te in silenzio anche per anni a venire.”
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