Era una notte di pioggia a Firenze, di quelle che ti penetrano nelle ossa nonostante il cappotto. Elena, studentessa fuori sede, aveva sottovalutato la distanza dal laboratorio di restauro dove lavorava come stagista e, soprattutto, l’intensità dell’acquazzone. Il professor Martini, il suo mentore, le aveva affidato un bassorilievo di terracotta del quattrocento, fragile e preziosissimo, da portare in una galleria privata per una valutazione urgente. Un’opportunità incredibile per mettere in pratica ciò che aveva imparato, ma anche una responsabilità enorme.
Uscita dal laboratorio, aveva pensato di raggiungere la stazione di Santa Maria Novella e poi prendere un treno per la zona della galleria. Ma la pioggia, che adesso cadeva a dirotto, aveva trasformato le strade in piccoli fiumi e gli autobus sembravano scomparsi. Controllò l’orologio: le 23:45. La galleria chiudeva a mezzanotte. Il bassorilievo, avvolto in strati di pluriball e un panno di flanella, le scivolava quasi dalle mani, reso più pesante dalla crescente disperazione. Aveva provato a chiamare un amico, ma aveva la batteria del telefono quasi scarica. Si sentiva sola, lontana da casa, con un tesoro artistico che rischiava di essere danneggiato o, peggio, di farle perdere quell’opportunità.
Ricordò allora, un volantino visto affisso sulla bacheca dell’università: Radio Taxi 24 Firenze, “Sempre a tua disposizione, giorno e notte.” Digitò il numero con le dita intorpidite dal freddo, sperando in un miracolo. Rispose una voce calma e professionale. Spiegò la sua situazione, la delicatezza del carico, l’importanza di arrivare entro mezzanotte. L’operatore si dimostrò incredibilmente efficiente, rassicurandola e comunicandole che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti.
L’attesa sembrò un’eternità, ma in realtà passò meno di dieci minuti. Le luci rosse di un taxi si materializzarono nella nebbia e nel diluvio. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si offrì di aiutarla a caricare il bassorilievo in macchina, facendola sentire subito più sicura. Durante il tragitto, la pioggia continuava a battere forte, ma l’abitacolo riscaldato e la guida prudente del tassista la fecero rilassare un po’. Parlarono del tempo, dell’arte fiorentina, distraggendola dalla tensione.
Arrivarono alla galleria alle 23:57. Elena, sollevata, ringraziò il tassista con tutto il cuore. Grazie a lui, e alla rapidità del servizio Radio Taxi 24, era riuscita a consegnare il bassorilievo in tempo. Il professor Martini, raggiungibile al telefono, si mostrò entusiasta. Quella notte, Elena aveva imparato che a volte, le cose più preziose hanno bisogno di un aiuto inaspettato, e che, anche nelle notti più buie, c’è sempre qualcuno pronto a rispondere.

Lascia un commento