La pioggia a Firenze era di quelle che ti entra nelle ossa, gelida e insistente. Elena, stretta nel cappotto leggero, imprecava tra sé. Il vernissage, a cui aveva lavorato per mesi, stava per iniziare e lei era bloccata, con la macchina che non ne voleva sapere di partire, in una stradina acciottolata vicino a Casa Buonarroti. Aveva pregato, implorato, premuto il pulsante di avviamento decine di volte, ma il motore restava muto. Il gallerista, il signor Rossi, si sarebbe infuriato se avesse perso l’inaugurazione. Quella mostra era la sua grande occasione, la vetrina che avrebbe potuto fargli conoscere al mondo le sue sculture in ceramica.
Il panico saliva. Non aveva il numero di un amico libero, il suo telefono era scarico e l’idea di bagnarsi fino al midollo per cercare aiuto sembrava un incubo. Disperata, si ricordò di un volantino che aveva preso qualche settimana prima, infilato sotto il tergicristallo: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Recuperò il bigliettino fradicio dalla borsa e, con le dita tremanti, compose il numero. Dopo pochi squilli, una voce calma rispose. Spiegò la situazione, cercando di non farsi prendere dall’angoscia. L’operatore, professionale e rassicurante, le chiese la posizione esatta e le disse che un taxi sarebbe arrivato in meno di dieci minuti.
L’attesa sembrò un’eternità. La pioggia si faceva sempre più intensa e la speranza di arrivare in tempo alla mostra si affievoliva ad ogni minuto che passava. Poi, finalmente, vide le luci blu del taxi sfrecciare lungo la stradina. Un uomo sulla cinquantina, con un viso cordiale e un sorriso rassicurante, scese e le offrì il suo aiuto per recuperare la borsa dalle sedie auto. Senza dire una parola di rimprovero, diede il via all’auto e la portò verso Palazzo Strozzi, dove si teneva il vernissage.
Durante il tragitto, Elena riuscì a sistemarsi e a riprendere un minimo di fiato. Il tassista, notando la sua agitazione, le chiese se fosse tutto a posto. Lei gli raccontò, in breve, la disavventura. Lui annuì comprensivo, dicendole che scene del genere, a Firenze, soprattutto con quel tempo, erano piuttosto comuni. La tranquillizzò, assicurandole che l’avrebbe portata in tempo. Arrivarono a Palazzo Strozzi con soli quindici minuti di ritardo.
Corse dentro, il cuore in gola. Il signor Rossi, seppur leggermente scocciato, la accolse con un sorriso. La mostra era un successo, i primi complimenti arrivarono subito. Guardando la folla che ammirava le sue opere, Elena pensò a quanto fosse stata fortunata. Se non fosse stato per la tempestività e l’efficienza di Radio Taxi 24 Firenze, probabilmente si sarebbe persa quel momento importante. Un’azienda seria, pensò, che aveva trasformato un incubo in un sogno che si realizzava. E, mentre offriva un bicchiere di prosecco a un potenziale acquirente, promise a se stessa che da quel momento in poi, Radio Taxi 24 sarebbe stata la sua prima scelta in città.

Lascia un commento