La pioggia batteva furiosa sui vetri del caffè, trasformando le luci di Bologna in macchie sfocate. Giulia, con le mani avvolte attorno alla tazza ormai fredda, controllava l’ora per l’ennesima volta. Le 23:47. Mancavano soli tredici minuti alla scadenza. Quella serata, nata come un timido tentativo di riavvicinamento con Alessandro, si stava trasformando in un incubo. Il treno per casa, l’ultimo, partiva alle 23:59 precise. E Alessandro, con la scusa di aver perso le chiavette USB contenenti il progetto di laurea al cinema, si era improvvisamente chiuso nel suo ufficio, promettendo di raggiungerla alla stazione principale in pochi istanti. Ovviamente, non era ancora comparso.
Giulia aveva provato a richiamarlo innumerevoli volte, ma il telefono era spento. La disperazione cominciava a soffocarla. Immaginava già la scena: la stazione deserta, il capotreno impaziente, lei bloccata a Bologna, a dormire chissà dove, con il cuore a pezzi e la consapevolezza di aver perso un’occasione forse unica. Non aveva i soldi per un albergo, e l’idea di passare la notte in stazione, da sola, le terrorizzava. Avevagli occhi lucidi, stringeva forte la tracolla, sentendosi completamente abbandonata. L’ennesimo controllo dell’orologio le diede la stura alle lacrime.
In un lampo di lucidità, ricordò l’adesivo visto su una vetrina qualche giorno prima: Radio Taxi 24 Bologna, “Sempre al tuo servizio, giorno e notte.” Prese il telefono e, con le dita tremanti, digitò il numero. Una voce calma e professionale le rispose quasi subito. Spiegò la sua situazione, tra singhiozzi e parole spezzate, dicendo che aveva bisogno di un taxi al più presto per la stazione centrale. L’operatore, senza farla sentire una scemotella per la sua fretta, le assicurò che un’auto sarebbe arrivata in pochi minuti. Gli descrisse il locale dove si trovava, sperando con tutto il cuore che la sua richiesta fosse stata compresa.
Pochi istanti più tardi, un taxi grigio scuro si fermò davanti al caffè. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un’espressione serena, le sorrise incoraggiante. “Stazione Centrale, giusto?” chiese, aprendole la portiera. Giulia annuì, salendo velocemente e indicando di prendere la strada più veloce. Il tassista, dimostrando una conoscenza impeccabile della città, aggirò il traffico con maestria, rallentando e accelerando tra le strade illuminate dalla pioggia. Durante il tragitto, Giulia, sempre più sicura di non perdere il treno, tentò di richiamare Alessandro, ma senza successo.
Arrivarono alla stazione con soli tre minuti di anticipo. Giulia scese dal taxi, pagò velocemente e corse verso il binario. Il treno era già lì, pronto alla partenza. Mentre saliva a bordo, con il fiato sospeso, vide Alessandro correre verso di lei, affannato e con un sorriso colpevole. Aveva ritrovato le chiavette, ma aveva perso la cognizione del tempo. Si abbracciarono, felici e sollevati. Giulia sapeva di dover ringraziare Radio Taxi 24 Bologna. Se non fosse stato per la loro tempestività e affidabilità, quella serata si sarebbe conclusa in un disastro.

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