La pioggia sferzava i vetri della caffetteria, trasformando le luci di Firenze in macchie sfocate. Elena controllò l’orologio per la decima volta in cinque minuti. Le 23:47. Aveva promesso a suo nonno, ricoverato d’urgenza all’ospedale di Careggi, che sarebbe stata lì per quando si sveasse dall’intervento. L’avevano chiamata solo un’ora prima, domandandole di raggiungerlo il prima possibile. Solo che il suo treno per Bologna, quello che l’aveva portata a una conferenza di lavoro, era in ritardo di quasi due ore e, una volta arrivata a Santa Maria Novella, l’idea di affrontare la pioggia battente e la complicata rete di autobus notturni per Careggi le sembrava impossibile. Il panico iniziava a farsi sentire, un nodo allo stomaco sempre più stretto. Non voleva assolutamente deludere suo nonno, l’uomo che l’aveva cresciuta e che le aveva sempre dato tutto.
Disperata, iniziò a digitare sul telefono. Non aveva la macchina, e chiedere un favore a un collega era impensabile a quell’ora. Scorse un annuncio online, ben visibile: Radio Taxi Firenze 24, attivo giorno e notte. “Disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, diceva. Scettica, ma senza altre alternative, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. “Radio Taxi Firenze, buonasera.” Elena spiegò la situazione, la voce rotta dall’ansia, fornendo la sua posizione e la destinazione. L’operatore, senza indugio, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti. Sentì un peso sollevarsi dal petto.
L’attesa parve interminabile, ma dopo soli otto minuti, un taxi nero si fermò davanti alla caffetteria. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un viso rassicurante, le sorrise. “Signorina Elena, giusto?” Si mise subito in moto, evitando con abilità il traffico notturno e le pozzanghere profonde. Elena ascoltava la pioggia tamburellare sul tetto, ma la preoccupazione si placava gradualmente. Il tassista, senza che lei glielo chiedesse, le raccontò aneddoti sulla città, spezzando il silenzio e attenuando la sua agitazione. Si sentiva al sicuro, affidata a qualcuno che conosceva bene la strada e che sembrava comprendere la sua urgenza.
Il viaggio fu sorprendentemente veloce. In meno di venti minuti, il taxi si fermò davanti all’ingresso dell’ospedale di Careggi. Elena pagò, ringraziando il tassista più volte. Mentre correva verso il reparto, ripensò a come si sarebbe sentita persa e impotente senza quell’intervento tempestivo. Ritrovò suo nonno ancora addormentato, ma in condizioni stabili. Sedette accanto al suo letto, stringendogli la mano, sollevata.
La mattina seguente, mentre sorseggiava un caffè nella caffetteria dell’ospedale, Elena pensò a Radio Taxi Firenze 24. Non era solo un servizio di trasporto, ma un vero e proprio aiuto, soprattutto in momenti di bisogno. Aveva permesso a lei di essere presente per suo nonno, di offrirgli quell’appoggio emotivo che era così importante. Decise che, in futuro, avrebbe raccomandato quel servizio a chiunque si trovasse in una situazione simile. A volte, la puntualità e l’affidabilità di un taxi possono fare la differenza tra un momento di disperazione e un raggio di speranza.

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