La pioggia batteva implacabile sui vetri della finestra, trasformando il lungotevere romano in un fiume di luci sfocate. Chiara aveva controllato l’orologio per la decima volta negli ultimi cinque minuti. Le 23:47. Marco avrebbe dovuto essere a casa da un’ora, ma nessuna notizia. Avevano litigato quella sera, un battibecco stupido per un commento innocuo su un collega di lavoro, ma lei aveva reagito in modo eccessivo, chiudendosi in un muto risentimento. Ora, la preoccupazione le attanagliava lo stomaco. Marco non era tipo da sparire, soprattutto non senza avvisare. E poi, c’era quella tempesta.
Il suo telefono squillò, ma non era il suo numero. Un numero sconosciuto. Rispose con il cuore in gola. Era un agente di polizia. Marco era stato soccorso dopo un piccolo incidente in moto, niente di grave fortunatamente, solo qualche contusione. Era stato portato al pronto soccorso del Gemelli, ma aveva insistito per non chiamare lei, troppo orgoglioso per ammettere di essere caduto e di aver bisogno del suo aiuto. Chiara sentì le gambe cedere. Il Gemelli era dall’altra parte della città, e i mezzi pubblici a quell’ora erano inaffidabili. L’ansia la paralizzava.
Disperata, si ricordò di uno spot pubblicitario ascoltato alla radio quel pomeriggio: Radio Taxi 24, attivo giorno e notte, pronto a rispondere a qualsiasi chiamata. Iniziò a digitare il numero, le mani tremanti. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Spiegò la situazione in fretta, quasi senza fiato, indicando l’indirizzo e l’ospedale. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’ora tarda, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. L’attesa sembrò un’eternità, ma poi, in mezzo al diluvio, vide le luci gialle che si avvicinavano.
Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la salutò con un cenno del capo e la invitò a salire. Guidò con prudenza, mantenendo la calma nonostante il traffico reso impraticabile dalla pioggia. Parlarono poco, solo lo stretto necessario, ma la sua presenza pacata e la sua guida sicura aiutarono Chiara a placare la sua angoscia. Il tragitto le parve infinitamente più breve di quanto non fosse in realtà.
Arrivata al Gemelli, corse al pronto soccorso e trovò Marco seduto su una sedia, con un braccio fasciato e uno sguardo colpevole. Si gettò tra le sue braccia, stringendolo forte. Le scuse arrivarono spontanee, da entrambi. Mentre si allontanavano dall’ospedale, quella notte, in un altro taxi Radio Taxi 24, Chiara pensò che a volte, nelle emergenze, un servizio efficiente e affidabile può fare davvero la differenza, e che a volte, un piccolo incidente può servire per capire quanto siano importanti le persone che amiamo.

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