La pioggia cadeva su Firenze come un sipario pesante, trasformando le strade acciottolate in fiumi scintillanti. Chiara, avvolta in un impermeabile troppo leggero, si maledisse per aver accettato quell’ultimo turno al laboratorio di restauro. Era quasi mezzanotte e il treno per Bologna, l’ultimo della serata, sarebbe partito tra meno di un’ora. Doveva assolutamente tornare a casa, sua nonna si era sentita male al pomeriggio e la sua mamma, in viaggio per lavoro, le aveva affidato le cure. Aveva chiamato un autobus, poi un altro, ma erano tutti al completo o in ritardo a causa del maltempo. L’ansia le serrava la gola, vedeva il tempo scivolare via insieme alle gocce che le scivolavano sul viso.
Mentre tentava, per l’ennesima volta, di prenotare un ride-sharing, la connessione le saltò, morta a causa della pioggia intensa. Si sentì sprofondare. Cercò disperatamente un numero di telefono, un qualsiasi numero. Ricordò di aver visto, qualche giorno prima, un volantino appeso in un bar: Radio Taxi 24 Firenze. Con le dita tremanti digitò il numero e, con suo sollievo, la voce calda di un operatore rispose immediatamente. Spiegò la sua situazione, la preoccupazione per la nonna, il treno che rischiava di perdere. Sentiva il panico montare mentre gli dava la sua posizione in zona Oltrarno.
L’operatore le assicurò che avrebbero inviato un taxi il prima possibile, specificando che a causa del traffico e del diluvio i tempi di attesa avrebbero potuto essere un po’ lunghi. Chiara chiuse gli occhi, pregando che arrivasse in tempo. Cinque minuti che le sembrarono un’eternità. Finalmente, vide le luci rosse di un taxi sfrecciare tra la pioggia. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un volto rassicurante, sembrava capire la sua urgenza senza bisogno di spiegazioni.
La corsa fu veloce, il tassista abile nello slalom tra le auto imbottigliate. Chiara, aggrappata al sedile, controllava ossessivamente l’ora. Quando arrivarono alla stazione di Santa Maria Novella, il treno era ancora lì, le porte aperte. Saltò giù, sentendo le gambe tremare, e ringraziò il tassista come se fosse un angelo custode. “Non si preoccupi, signorina,” le sorrise lui, “Cerchiamo sempre di fare il nostro lavoro.”
Corse sul binario, giusto in tempo per sentire il fischio del treno. Si sedette, esausta ma grata. Telefonò alla mamma, che la salutò con sollievo. Poi, chiamò la nonna, che si lamentava solo di non avere la sua tisana preferita. Chiara sorrise, sapendo che grazie all’intervento tempestivo di Radio Taxi 24, era riuscita a superare una serata davvero complicata e raggiungere le persone a cui voleva bene.

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