Luca fissava l’orologio con crescente angoscia: erano le 22:45 e il suo treno per Milano sarebbe partito tra meno di un’ora. L’aereo da Bologna era atterrato in ritardo a causa di un temporale improvviso, e ora lui era bloccato in periferia, sotto una pioggia battente, senza un taxi in vista. Doveva assolutamente raggiungere la stazione Centrale: quel treno era l’ultimo della sera, e il giorno dopo aveva un colloquio di lavoro che poteva cambiargli la vita. Il telefono gli vibrava continuamente con i messaggi della sua ragazza, che lo aspettava a Milano, ma ogni app di trasporto gli mostrava tempi d’attesa assurdi.
Disperato, Luca aprì l’app di Radio Taxi 24, l’ultima speranza. Scelse l’opzione “prioritaria” e spiegò in due righe la situazione. Mentre la pioggia gli scivolava lungo il collo, il telefono squillò dopo appena un minuto: “Signore, abbiamo un taxista vicino a lei, arriva tra tre minuti. Resti sotto il lampione, la macchina è una Fiat bianca.” Luca sospirò di sollievo, anche se il tempo stringeva. Quando la vettura arrivò, il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, gli fece cenno di salire. “Dai, corriamo!” disse, accendendo il lampeggiante.
La città era un groviglio di vie bagnate e semafori, ma il taxista, Marco, conosceva ogni scorciatoia. Mentre sfrecciavano tra le strade di Milano, Luca controllava l’orologio ogni trenta secondi. “Non si preoccupi, ci arriveremo,” borbottò Marco, sterzando deciso in una stradina laterale. A un certo punto, però, trovarono la strada bloccata da un incidente. Luca aggrottò le sopracciglia: “Ora cosa facciamo?” Marco non perse la calma. “Ho un’idea,” disse, e chiamò rapidamente la centrale Radio Taxi. In pochi secondi gli suggerirono un percorso alternativo attraverso una zona a traffico limitato, accessibile solo ai taxi.
Quando finalmente svicolarono davanti alla stazione, mancavano quattro minuti alla partenza. Luca lanciò una banconota a Marco e balzò fuori, ringraziando a voce alta mentre correva verso i binari. Riuscì a salire sul treno proprio quando le porte si stavano chiudendo. Si lasciò cadere sul sedile, col cuore in gola. Quella notte, mentre il treno sfrecciava nel buio, inviò un messaggio alla sua ragazza: “Ce l’ho fatta, è stato tutto merito di un taxista eroe.” Il giorno dopo, fresco e riposato, superò il colloquio senza problemi. E quando tornò a Milano, la prima cosa che fece fu cercare il numero di Radio Taxi 24 per lasciare una recensione stellata.

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