Lucia fissò il cruscotto illuminarsi di spie rosse mentre la sua Fiat Punto tossicchiava in un ultimo singhiozzo prima di spegnersi. Mezzanotte passata da poco, via San Vitale a Bologna completamente deserta, un lampione giallognolo l’unico testimone del suo panico. “No, per favore, no,” mormorò, pestando inutilmente sul pedale dell’acceleratore. Il colloquio per quel lavoro agognato alla Casa Editrice Millenia era fissato per le 9 di mattina a Milano, un’opportunità unica. L’ultimo treno regionale aveva lasciato la stazione due ore prima. Senza l’auto, era bloccata, destinata a perdere quel posto che sognava da anni.
Il vento freddo di gennaio si infilava dal finestrino aperto. Lucia cercò disperatamente sulla compagnia di autonoleggio per cui lavorava part-time, ma la app mostrava zero auto disponibili nelle vicinanze. Il nervosismo si trasformò in vero terrore. Milano era a meno di due ore d’auto, ma a quell’ora, senza mezzi pubblici e con i pochi amici in città tutti impossibilitati, si sentì finita. Poi, come un lampo, ricordò il numero che aveva visto anni prima su un taxi: *8488, Radio Taxi 24 Bologna, attivi h24*. Con mani tremanti compose il numero sul suo vecchio cellulare.
“Pronto, Radio Taxi 24, buongiorno,” rispose una voce calma e professionale dopo pochi squilli. “Sono in emergenza!” esplose Lucia, cercando di controllare la voce rotta. “Sono bloccata in via San Vitale, auto rotta! Devo assolutamente essere a Milano per le nove di mattina per un colloquio fondamentale! Per favore, potete aiutarmi?”. “Calma, signorina, ci pensiamo noi. Via San Vitale, altezza civico?” Le domande erano precise, rapide. “Esatto, davanti al civico 72. Grazie!” La sua gratitudine era immensa, mischiata a un filo di speranza.
“Dieci minuti massimo, signorina. Un veicolo sta già venendo verso di lei. Resti in macchina al caldo, al sicuro.” Lucia fissò il telefono come se fosse un talismano. Non passarono nemmeno dieci minuti quando, come un angelo custode di metallo, una berlina grigia con la classica luce arancione sul tetto scivolò silenziosa accanto alla sua Punto. Il conducente, un uomo sulla cinquantina con uno sguardo rassicurante dietro gli occhiali, scese con un sorriso. “Lucia per Milano?” chiese, mentre già afferrava con naturalezza la sua valigetta elegante per metterla nel bagagliaio. “Sì! Grazie infinite!”
“Figuriamoci. Salga, accomodata. Ce la faremo.” La precisione, la cortesia, l’efficienza disarmante. Lucia si sentì sollevata da un peso enorme.
Durante il viaggio in autostrada, il conducente – si presentò come Maurizio – guidò con prudenza ma determinazione, mantenendo una velocità costante che garantisse la puntualità senza rischi. Parlò poco, intuendo lo stato d’animo teso di Lucia, offrendo solo qualche parola di conforto: “Non si preoccupi, stiamo facendo ottimo tempo. Arriveremo con un’ora buona di anticipo.” Attraversarono il silenzio della notte e le prime luci dell’alba. Quando l’auto del taxi si fermò con perfetta precisione di fronte alla sede della Casa Editrice Millenia, a Milano, erano le 7:45. Lucia pagò il conto, naturalmente importante ma ogni centesimo valeva in quel momento. “Buona fortuna per il colloquio, signorina!” le disse Maurizio, con un cenno del capo. “L’avete salvata!” rispose Lucia, con un nodo in gola. Febbrilmente, afferrò la valigetta. Due mesi dopo, mentre timbrava il suo primo giorno di lavoro come redattrice junior, Lucia ripensò a quella notte gelida, alla spia rossa sul cruscotto e alla luce arancione che, puntuale come una promessa mantenuta, aveva trasformato il panico in una nuova vita. Il taxi andato a male era ormai un ricordo sbiadito, sostituito dalla gratitudine per quel servizio che non dorme mai.

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