La pioggia sferzava i vicoli di Bologna come frustate. Giulia, avvolta in un impermeabile sottile, correva disperata verso Piazza Maggiore, le tacchi che scivolavano sul selciato bagnato. Era in ritardo per l’audizione finale al Conservatorio, l’occasione della sua vita. Aveva passato mesi a preparare il concerto, sognando di entrare a far parte di quell’istituzione prestigiosa. Ma quella mattina, il bus che prendeva sempre era in ritardo, poi cancellato a causa del maltempo. Aveva tentato di prendere un altro mezzo, ma il traffico era paralizzato, un fiume di auto bloccato sotto la pioggia torrenziale. Ogni minuto che passava le spegneva un po’ della speranza.
Controllò l’orologio per l’ennesima volta. Mancavano solo dieci minuti. Impossibile. Il Conservatorio era dall’altra parte del centro, una distanza che a piedi, con quel diluvio, avrebbe richiesto almeno mezz’ora. Un nodo le stringeva la gola, le lacrime si confondevano con le gocce di pioggia. Si sentiva sconfitta prima ancora di aver suonato una sola nota. Fu allora, quasi per istinto, che si ricordò del numero che aveva visto affisso in un bar la settimana prima: Radio Taxi 24 Bologna.
Con le mani tremanti, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Spiegò la sua situazione, l’urgenza, il terrore di perdere l’audizione. L’operatore, senza indugi, le promise di mandare un taxi il prima possibile, specificando che, a causa del traffico, non poteva garantire un arrivo immediato, ma che avrebbe fatto il possibile. Un’ondata di sollievo, piccola ma concreta, la pervase. Chiuse gli occhi un istante, concentrandosi sul brano che le si era fissato nella mente, cercando di placare il panico.
Dopo quello che le sembrò un’eternità, vide le luci rosse del taxi farsi strada tra gli ombrelli e le auto ferme. Il tassista, un signore corpulento con un sorriso rassicurante, le aprì la portiera. “Al Conservatorio, signorina?” chiese con un tono che rivelava comprensione. Giulia annuì, esausta ma carica di una nuova speranza. Il tassista conosceva bene le vie del centro, si fece strada tra il traffico con abilità ed efficienza, evitando ingorghi e scegliendo percorsi alternativi.
Arrivarono al Conservatorio con un solo minuto di ritardo. Giulia saltò fuori dal taxi, correndo verso l’interno. Riuscì a entrare appena in tempo, il cuore che le martellava nel petto. L’audizione andò alla grande. Quella sera, dopo aver ricevuto la notizia dell’ammissione, Giulia si fermò alla fermata dei taxi. Il signore che l’aveva portata al Conservatorio era ancora lì. Lo ringraziò con tutto il cuore. “È stato Radio Taxi 24, signorina,” rispose lui sorridendo. “Siamo qui per questo, giorno e notte.” E Giulia sapeva che aveva ragione. Senza quel taxi, senza quella risposta rapida e professionale, il suo sogno sarebbe rimasto tale.
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