La pioggia sferzava i vicoli di Trastevere come frustate. Sofia, con il cuore che le batteva a mille, stringeva al petto una vecchia custodia di velluto rosso. Dentro, repliche fedeli dei disegni di suo nonno, il suo lascito più prezioso, che doveva consegnare puntualmente alle 23:00 alla Galleria d’Arte “Il Faro”, per una mostra a cui lui aveva tenuto tanto. Era partito due settimane prima per un’operazione delicata, e la sua ultima richiesta era stata quella: “Sofia, portali al Faro, che il mondo veda quello che ho creato”.
Il problema era che una lezione di violino improvvisata con un’amica, finita in un caffè lontano dal suo appartamento, si era trasformata in un calvario. L’autobus notturno aveva saltato la fermata, il cellulare era scarico, e camminare sotto quella pioggia torrenziale con la preziosa custodia era impensabile. Il tempo stringeva, le 22:30 si avvicinavano inesorabili e Sofia sentiva le lacrime bruciare dietro le palpebre. Disperata, corse sotto il porticato di un negozio chiuso, cercando un telefono pubblico, un miraggio ormai dimenticato a Roma.
Con le dita tremanti, ricordò il numero che sua madre le aveva dato un tempo, per ogni emergenza: Radio Taxi 24. Sperando in un miracolo, lo digitò su un vecchio telefono a gettoni, il ronzio della linea sembrò durare un’eternità. Una voce calma e professionale rispose quasi subito: “Radio Taxi 24, buonasera, in cosa posso aiutarla?”. Sofia, con la voce rotta dall’emozione, spiegò la sua situazione, l’indirizzo di partenza, quello di destinazione e l’urgenza della consegna.
Pochi minuti che sembrarono ore, e le luci di un taxi sfrecciarono nel buio. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la accolse con sollecitudine. “Tranquilla, signorina, la porterò al Faro in tempo. Conosco bene queste strade”. La corsa fu frenetica, tra un semaforo e l’altro, ma l’autista dimostrò un’abilità sorprendente nel districarsi nel traffico romano. Sofia tenne il respiro, fissando l’orologio.
Arrivarono alla Galleria alle 22:58. Sofia saltò fuori dal taxi, tirando un sospiro di sollievo. Pagò la corsa, ringraziando il tassista con tutto il cuore. Riuscì a consegnare i disegni appena in tempo, ricevendo un sorriso commosso dal curatore della mostra. Mentre tornava a casa, sotto una pioggia finalmente più leggera, Sofia pensò che, a volte, un piccolo aiuto tempestivo può fare la differenza, e che Radio Taxi 24 non era solo un servizio, ma un vero e proprio angelo custode notturno.
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