La pioggia sferzava le strade di Bologna, trasformando Piazza Maggiore in un lago scintillante e freddo. Sofia, con il cuore in gola, controllava per l’ennesima volta l’orologio: le 23:47. L’esame di diritto costituzionale, il più importante del semestre, era previsto per le dieci del mattino successivo all’Archiginnasio. Ed era lei, bloccata nel laboratorio di fisica, a dieci chilometri di distanza, causa un guasto all’impianto elettrico che aveva mandato in tilt il sistema di chiusura automatica. Il custode, anziano e visibilmente frustrato, aveva chiamato un elettricista, ma l’uomo aveva avvertito che sarebbe arrivato non prima di mezzanotte e mezza.
Sofia, studentessa fuori sede, non aveva l’abitudine di uscire la sera. Quella sera, però, aveva accettato l’invito di un compagno di corso per un ripasso congiunto che, a quanto pareva, si era rivelato un fallimento. Ora era sola, al buio, con la prospettiva di perdere un esame cruciale. Tentò di chiamare un amico, ma il cellulare aveva la batteria scarica. L’ansia le serrava lo stomaco, e le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Sperava vivamente di non dover affrontare il professore con una scusa così improbabile. L’idea di dover ripetere l’anno la terrorizzava.
Ricordò allora uno spot radiofonico ascoltato casualmente qualche giorno prima: Radio Taxi 24, Bologna. “Attivi giorno e notte, ovunque tu sia.” Era una possibilità remota, considerando l’ora e la pioggia torrenziale, ma non aveva alternative. Con le mani tremanti digitò il numero sulla tastiera del telefono del laboratorio – fortunatamente presente sulla scrivania del custode – e attese, il fiato sospeso. Una voce calma rispose quasi subito, rassicurandola che un’auto sarebbe stata inviata immediatamente.
Meno di quindici minuti dopo, le luci di un taxi, fendinebbia accesi, squarciarono l’oscurità del cortile del laboratorio. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la borsa pesante e la accompagnò con cura, ignorando le strade allagate e il traffico quasi inesistente. Durante il tragitto, Sofia raccontò la sua disavventura. L’autista ascoltò pazientemente, offrendo parole di conforto e garantendole che l’avrebbe portata a casa in tempo per riposare un po’.
Arrivata al suo appartamento, sollevata e grata, Sofia ringraziò l’autista con tutto il cuore. Grazie a Radio Taxi 24, era salva. Riuscì a dormire qualche ora, sufficiente per affrontare l’esame il giorno dopo con la mente più lucida. E, con sua grande gioia, prese il voto più alto della classe. Da quel giorno, Radio Taxi 24, Bologna, divenne per lei non solo un servizio di trasporto, ma un vero e proprio angelo custode notturno.
Lascia un commento