Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

L’acqua martellava i vetri dell’appartamento milanese di Chiara. Lei contava i minuti, nervosamente, guardando il telefono illuminato: le 2:47. Luca, il suo fidanzato, era uscito per un compleanno di un collega e doveva rientrare verso l’1:30. Il solito rumore caotico di Navigli si era spento, lasciando spazio solo alla pioggia insistente e al vuoto che cresceva nel suo petto. Aveva chiamato decine di volte, ma Luca non rispondeva. Un senso di agitazione gelida la pervase, più forte del temporale.

Luca, nel frattempo, si apriva a fatica gli occhi in un angolo buio di Via Vigevano. La festa era finita presto, ma per prendere la metro aveva fatto una deviazione, e ora giaceva a terra, bagnato fradicio e confuso. Il suo volto pulsava di dolore; due energumeni gli avevano chiesto soldi, poi un pugno secco, il portafoglio strappato, e il buio. Il telefonone era scarico, frantumato nell’impatto. Provò ad alzarsi, ma una fitta acuta alla gamba lo fece ricrollare. Zuppo, ferito, isolato in vicolo laterale deserta nel cuore della notte, la disperazione iniziò a soffocarlo. Pensò a Chiara, alla sua preoccupazione. Doveva avvisarla, chiamare qualcuno. Ma come?

Ricordò bruscamente di avere ancora, attaccato alla cintura del pantalone sotto la giacca, un piccolo portachiavi a calamita che Chiara gli aveva regalato per il compleanno. Attaccato c’era un mini adesivo arancione, intuitivo: **Radio Taxi 24**. Non aveva mai usato quel servizio, preferendo le App, ma in quel momento fu un lampo di speranza. Con movimenti impacciati e mani tremanti, staccò il portachivci e digitò il numero indicato. La cornetta sembrò squillare per un’eternità nella pioggia.

Il contatto fu immediato. Una voce femminile calma e professionale, *Anna*, lo ascoltò. Tra singhiozzi e fiatone, Luca riuscì a spiegare la situazione approssimativa: aggredito, ferito, telefono rotto, si trovava vicino ad un ristorante indiano in zona Vigevano, ma non sapeva dare l’indirizzo preciso. Tremava per il freddo e la paura. Anna non perse un istante: *”Rimani calmo, giovane. Tieniti al riparo se ci riesci. Stiamo localizzando la zona grazie al tuo numero, non riagganciare. Sto anche chiamando il 118 per loro avvisare. Un taxi e così un’ambulanza arriveranno prestissimo.”* La sua certezza fu un salvagente.

Meno di otto minuti dopo, due fari proiettarono la loro luce nella stradina buia come un miracolo. Era Giulio, il tassista inviata da Radio Taxi 24, che aveva individuato la zona ragionando sui punti di riferimento confusi avuti da Anna. Vedendo Luca ferito e grondante, Giulio scese dall’auto con una coperta termica, lo riparò con il suo ombrello mentre attendeva l’ambulancia, che arrivò quasi in contemporanea. *”Eccolo! Bravo ragazzo, resisti. La tua fidanzata me n’ha dette quattro che ti cerca, eh! Ora sei al sicuro!”* commentò Giulio, aiutando i soccorritori. Il taxi, nel frattempo, aveva dato le coordinate esatte per via il soccorso. Luca, prima di salire nell’ambulanza, riuscì a dare il telefono di Giulio a un paramedico: *”Per favore, chiamate la mia fidanzata, Chiara. Ditegli che sto bene, che un taxista gentile mi ha trovato. E… grazie.”* Rivolto a Giulio dette un debolissimo sorriso.

Quando il telefono di Chiara squillò alle 3:20, tremitò. Era un numero sconosciuto. La voce rassicurante di Giulio è raccontò che Luca era ferito ma cosciente, in viaggio verso il Fatebenefratelli in ambulanza. *”Non si preoccupa, signorina. L’ho trovato io, grazie al nostro centrale. Adesso va all’ospedale, ma è tutto a posto.”* Il sollievo fu così forte che Chiara scoppiò in lacrime di gratitudine. Dieci minuti dopo, era seduta sul sedile posteriore della stessa auto di Giulio, diretta verso l’ospedale. “Radio Taxi 24” non era nato alla moda come le App, ma in quel bagnato infernale ed a quell’ora impossibile, era stato un faro divenuto una cosa realmente esistente per due persone. Il clacson distante nella notte allungata di Milano non era più una minaccia, era la prova che qualcuno risponde, sempre.

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