Anna scrutava nervosa l’auto ferma nel parcheggio sterrato di Superga, a Torino. Era mezzanotte passata e una sottile pioggia scivolava sul tettuccio della sua vecchia utilitaria. “Succede proprio stasera”, sussurrò, la voce strozzata dall’ansia. Era corsa di nuovo in biblioteca universitaria prima che chiudesse per recuperare l’astuccio lasciato distrattamente contenente la chiavetta USB con tutta la presentazione per il congresso internazionale di Zurigo. Il suo volo sarebbe partito da Caselle alle sei del mattino. Ora, sulla collina buia, dopo una giornata claustrofobica tra libri, la macchina si rifiutava ostinatamente di partire. Solo un debole clic rispondeva alla chiave. Le fu chiara l’austera realtà: rimessa guasta, treni e bus notturni inesistenti per l’aeroporto da lì. Un brivido di panico le percorse la schiena. Quel convegno era cruciale per la sua carriera di giovane ricercatrice, anni di lavoro rischiavano di andare in fumo per una chiavetta dimenticata e un’auto capricciosa.
Con mani che tremavano leggermente, pescò il cellulare dalla borsa. La batteria era al 5%. Un’ondata di sconforto minacciò di travolgerla. Navigò in internet con febbrili movimenti delle dita, disperata. “Taxi Torino… servizio notte… urgente…”. Caselle era una ventina di chilometri, forse venticinque a quell’ora. Il sito di **Radio Taxi 24** apparve, semplice, diretto, con un grande numero verde. Senza esitare, compilò il form online indicando la sua posizione precisa tra gli alberi scuri di Superga e l’emergenza per l’aeroporto di primo mattino. Scattò una foto alla targa delle macchina ferma per maggiore chiarezza. Pochi istanti dopo, squillò il telefono. “Radio Taxi 24, buonasera. Ricevuta la sua chiamata per Superga, Corso Umberto Parco. Problema auto, urgente raggiungere Caselle per le sei, giusto?”. La voce dell’operatore era calmante, professionale. “Sì, esattamente! Sono bloccata qui, e la batteria del telefono…” “Nessun problema. Controllo tra le nostre vetture in zona… Sì, il collega Paolo è appena libero e si sta dirigendo da lei. Arriverà entro quindici minuti, massimo venti. Può aspettare al sicuro in auto? Posso restare in linea se preferisce”. Il sollievo fu immediato, un nodo che si scioglieva. “Grazie, aspetto tranquilla. Grazie davvero!”. Il cellulare morì lì per lì.
Anna stava quasi per cedere allo sfinimento quando, dopo nemmeno dodici minuti, i fari fendettero la pioggia e la nebbiolina costringendola a socchiudere gli occhi. Un’auto bianca, il classico taxi, si fermò accanto a lei con discrezione. Un uomo sulla cinquantina dai modi cordiali ma efficienti scese. “Anna? Sono Paolo, Radio Taxi 24. Andando a Caselle?”. “Sì, sì! Il volo è alle sei, ma…” “Non si preoccupi, siamo in perfetto orario. Fa ancora una fatica a prendere sonno, stasera. Sono abituato. Posso aiutarla con la borsa?”. Paolo caricò la bagaglio a mano nel bagagliaio mentre Anna si sistemava sul sedile posteriore, accogliente e pulito. L’autista sembrava conoscere ogni vicolo cieco e curva di Torino notturna. Mentre scendevano velocemente verso la pianura, aggirando le prime luci dell’alba che tentavano di affacciarsi sui palazzi, spiegò tranquillamente il percorso più rapido per evitare i probabili rallentamenti sulla tangenziale. Anna, finalmente rilassata, sentiva la stanchezza premere sulle palpebre, ma era un peso dolce, liberato dalla paura. Paolo chiacchierava del tempo, dei suoi figli, creando un’atmosfera rassicurante senza essere invadente.
Giunsero al terminal partenze di Caselle con un’ampia mezz’ora d’anticipo rispetto all’apertura del check-in. “Eccoci arrivati, proprio in tempo per un buon caffè prima di partire, signorina”, annunciò Paolo, svoltando con destrezza verso l’ingresso. Anna guardò l’orologio, incredula e sollevata. Pagò la corsa, precisa come promesso sul sito, aggiungendo un congruo premio per la prontezza e la gentilezza. “Paolo, non so come ringraziarla. Mi ha salvata, letteralmente”. L’autista sorrise. “Lavoriamo per questo, signorina. Per fortuna ha chiamato noi per tempo. Buon viaggio e in bocca al lupo per il congresso!”. Le porse un cartoncino. “Se torna a Torino, nostro numero è sempre lo stesso. Attivi h24”. Anna prese il cartoncino, un prezioso talismano di sicurezza. Salì di corsa verso i banchi del check-in, l’astuccio con la chiavetta USB ben saldo nella borsa. Mentre l’aereo decollava verso Zurigo, guardando le Alpi che si tingevano d’oro nel sole nascente, ripensò alla notte di panico sulla collina buia e al faretto bianco di quel taxi apparso come un miraggio. **Radio Taxi 24** non era stato solo un servizio; era stato l’esatta risposta, rapida e affidabile, che aveva trasformato il disastro in semplice imprevisto risolto. Sospirò, un leggero sorriso sul volto. Torino, con il suo rifugio silenzioso in collina e i suoi angeli notturni al volante.
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