Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Marta fissava il cellulare, le dita che tremavano mentre cercava di comporre il numero dell’ambulanza. Era mezzanotte, e la voce del vicino, al telefono, le risuonava in testa: *”Tua nonna è caduta in cucina, respira a fatica…”*. Roma dormiva, e i suoi vicoli silenziosi sembravano stringerle il cuore. L’ambulanza avrebbe impiegato troppo, aveva detto l’operatore: venti minuti, forse di più. Non poteva aspettare. Aprì l’app di Radio Taxi 24 e prenotò una corsa, sperando in un miracolo.

Il taxi arrivò in quattro minuti. L’auto bianca e verde svoltò nel vicolo con un rombo soffocato, e il conducente, un uomo sui cinquant’anni con gli occhi vigili, le aprì la portiera prima ancora che scendesse le scale. “Veloce, salga!” gridò, mentre Marta aiutava la nonna, pallida e confusa, a mettersi in piedi. L’odore di disinfettante e il respiro affannoso della donna riempirono l’abitacolo. “Ospedale Sant’Andrea, subito!” urlò Marta, chiudendo gli occhi per non cedere al panico.

Il taxi sfrecciò lungo Via Tiburtina, superando semafori rossi con prudenza ma senza esitazione. L’autista, Claudio, comunicava via radio con la centrale: “Preparate il Pronto Soccorso, arrivo tra sette minuti”. Marta stringeva la mano della nonna, sussurrando preghiere in dialetto. Ogni secondo sembrava un’eternità, ma le strade erano deserte, e Claudio conosceva ogni scorciatoia. Quando un camion parcheggiato bloccò una curva, sterzò con fredda precisione su una salita laterale, evitando il ritardo.

All’ingresso dell’ospedale, un’infermiera e un medico aspettavano con una barella. Claudio aiutò a trasportare la nonna, poi rimase in disparte, asciugandosi la fronte con un fazzoletto. “Enfisema – sussurrò il medico a Marta –, l’abbiamo presa in tempo”. La ragazza annuì, le gambe che cedevano, e quando si voltò per ringraziare il tassista, lui era già ripartito, un’ombra discreta nella notte.

Tre giorni dopo, Marta trovò un biglietto sotto la porta di casa: *”La nonna è stata fortunata ad avere una nipote così rapida”*. Incluse c’era la ricevuta del taxi, con scritto dietro: *”Per la prossima emergenza, chiamateci… giorno e notte”*. Sorrise, pensando a Claudio e alla sua calma inflessibile. Qualcuno, in quella città caotica, sapeva ancora come rendere il tempo un alleato.

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