Il profumo di limoncello e salsedine era intenso, anche a quella distanza. Isabella, con un nodo allo stomaco e le mani sudate, fissava il marmo freddo della stazione di Napoli Centrale. Aveva appena litigato furiosamente con Marco, il suo fidanzato, arrivato a sorprenderla con un viaggio romantico per il suo compleanno. La sorpresa si era trasformata in un uragano di accuse e recriminazioni. Lui, offeso da un suo piccolo segreto confessato distrattamente, si era rifiutato di salire sul treno per tornare insieme a Firenze, dove entrambi studiavano.
Le lacrime le rigavano il viso mentre controllava l’ora sul cellulare. Erano quasi le due del mattino. Riuscire a prendere un treno per Firenze a quell’ora sembrava impossibile, e l’idea di passare la notte da sola, in una città che non conosceva, le terrorizzava. Aveva esaurito i tentativi di chiamare i suoi genitori, sopraffatta dall’imbarazzo. La rabbia di Marco era stata accecante, le sue parole taglienti. Aveva bisogno di tornare a casa, di riavere la sua vita di prima, anche se quel “prima” le appariva ora fragile e incerto.
In preda alla disperazione, si ricordò di un volantino che aveva adocchiato in stazione, promettente un servizio di Radio Taxi 24 attivo giorno e notte. Con le dita tremanti, digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Dopo aver esposto la sua situazione, con la voce rotta dal pianto, l’operatore le comunicò che un taxi sarebbe arrivato entro dieci minuti. Isabella inspirò profondamente, aggrappandosi a quella promessa come a un salvagente.
Quando le luci del taxi si avvicinarono, Isabella si sentì improvvisamente meno sola. L’autista, un uomo corpulento con un paio di baffi grigi e un’espressione rassicurante, la salutò con un cenno del capo. Non fece domande, né la incalzò per sapere cosa fosse successo. Il viaggio fu silenzioso, rotto solo dal rumore delle strade napoletane quasi deserte e dal sommesso rumore del motore. Isabella si lasciò cullare dal movimento, sentendosi protetta. L’autista scelse il percorso più veloce, evitando il caos del centro e guidando con prudenza.
Arrivata alla stazione di Firenze Santa Maria Novella, Isabella si sentì rinata. Pagò il taxi, ringraziando l’autista con un sorriso grato, e si gettò tra le braccia dei suoi genitori, che l’avevano raggiunta di corsa dopo una sua breve telefonata. Il viaggio con Radio Taxi 24 non aveva risolto i suoi problemi con Marco, ma le aveva permesso di tornare a casa sana e salva, in un momento in cui si sentiva completamente persa. Aveva scoperto che, a volte, un piccolo gesto di efficienza e affidabilità può fare la differenza tra la disperazione e la speranza.
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