Francesca, giovane studentessa di architettura, viveva a Firenze da tre anni. Amava la città con tutto il cuore, le sue stradine strette, i profumi di cuoio e di trattoria, l’arte che permeava ogni angolo. Quella sera, dopo aver passato ore in biblioteca per la sua tesi, finalmente aveva finito di sistemare le tavole grafiche. Era emozionata, perché il giorno dopo avrebbe dovuto presentarle al professore, un uomo burbero ma stimato, e un buon voto era fondamentale per laurearsi in tempo.
Uscì dalla biblioteca che era quasi l’una di notte. La tramvia, l’unico mezzo pubblico che arrivava vicino al suo appartamento in zona Oltrarno, aveva già fatto l’ultima corsa. Controllò il telefono, ma la batteria era quasi scarica, le restava solo il 5%. Iniziò a camminare, sperando di incrociare un taxi, ma le strade erano deserte. Il freddo si faceva sentire e l’ansia per la presentazione del giorno seguente la teneva in tensione. Ad un certo punto, sentì un rumore strano provenire dalla borsa: la cerniera aveva ceduto di schianto e le tavole, pesanti e voluminose, cominciarono a scivolare fuori. Nel tentativo di afferrarle, cadde goffamente, slogandosi una caviglia. Un dolore lancinante la trafisse e capì subito che non avrebbe potuto fare un passo.
Disperata, si sedette sul marciapiede, le lacrime agli occhi. La batteria del telefono si stava esaurendo. Cercò freneticamente il numero di un Radio Taxi su Internet, digitando con le dita tremanti. Riuscì a trovare un numero attivo 24 ore su 24 a Firenze e, con l’ultimo barlume di energia, fece la chiamata. Spiegò concitata la situazione alla centralinista, indicando la sua posizione approssimativa in Lungarno Torrigiani. La voce rassicurante dall’altro capo la tranquillizzò, promettendole che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti.
L’attesa sembrò un’eternità, ma in meno di dieci minuti, le luci di un taxi illuminarono la strada. Un uomo gentile, vedendo la sua difficoltà, la aiutò ad alzarsi, a raccogliere le tavole e a sistemarle con cura nel bagagliaio. La accompagnò fino a casa, con premura e gentilezza. Prima di scendere, Francesca ringraziò il tassista con tutto il cuore, sentendosi sollevata e grata. Era riuscita ad arrivare a casa in tempo, nonostante l’imprevisto, e avrebbe potuto riposare qualche ora prima della presentazione.
Il giorno dopo, fresca e riposata, presentò la sua tesi con successo. Ripensando alla notte precedente, non smise di essere grata per l’efficienza e la prontezza del servizio Radio Taxi 24 di Firenze, che le aveva permesso di superare un momento difficile e di coronare il suo sogno: laurearsi in architettura. Da quel giorno, non dimenticò mai l’importanza di quel numero di telefono salvato nella sua rubrica, un simbolo di sicurezza e affidabilità nelle notti fiorentine.
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