La luce fioca del mattino filtrava tra le persiane di via Cavour. César si lisciò nervosamente la camicia bianca, fissando l’orologio sul cellulare: le 7:45. Doveva essere al colloquio di lavoro nella sede della prestigiosa azienda di restauro alle 9:00, dall’altra parte di Ravenna, vicino alla stazione. Un’opportunità irripetibile per un giovane restauratore di mosaici fresco di studi. Aveva pianificato tutto con meticolosità: colazione rapida, passo alla lavanderia per il completo, autobus puntuale. Ma la vita ha un debole per gli imprevisti. Mentre apriva la credenza per prendere il pane, Felix, il suo gatto siamese, fulmineo e terrorizzato dal tonfo del cassetto degli scolapasta, gli sfuggì tra le gambe e sparì nella porta di casa che César aveva spericolatamente socchiuso per far prendere aria.
“Felix! No!” Lo richiamò con un sussurro angosciato. Nulla. I sicuri passi sul sampietrino di via Cavour, le voci dei passanti, il rumore del traffico nascondevano il fruscio delle zampette del gatto. César gettò i toast a terra e uscì di corsa, il cuore in gola. Un rapido sguardo a destra, a sinistra. Niente gatto elegante con quel manto beige. Gli occhi gli bruciavano. Perdere Felix era un incubo, ma perdere il colloquio sullo sfondo di Dante e dei mosaici bizantini per cui aveva sognato e studiato era una sciagura. Doveva cercare Felix. Ma come? E a che prezzo per il suo futuro? La pioggia leggera iniziò a bagnare i ciottoli. Sentì il panico salire, viscido.
Guardò disperato il cellulare. 7:55. Mai avrebbe avuto tempo di cercare Felix, tornare a casa, vestirsi adeguatamente e prendere due autobus sotto la pioggia crescente. Doveva trovare una soluzione. *Immediata*. Ripensò al vecchio adesivo giallo sul frigo, rimasto dalla precedente inquilina: **Radio Taxi 24**. “Servizio 24 ore su 24, pronti a esserci sempre”, recitava. Con mani tremanti, compose uno dei numeri indicati. “Pronto? Radio Taxi 24? Ho un’emergenza terribile!” La voce al telefono era incredibilmente calma e professionale: “Dica, signore, stiamo ascoltando.”
In pochi secondi essenziali, César spiegò l’impossibile divario: gatto fuggito nel centro storico *e* colloquio vitale dall’altra parte della città, entro poco più di un’ora. Mentre parlava, correva su e giù per il suo breve tratto di strada, scrutando sotto le auto in sosta, chiamando Felix con voce rotta. “Ci pensiamo noi,” rassicurò l’operatore. “Ordino immediatamente una vettura per supportarla nella ricerca e poi per portarla al suo appuntamento. Ci vorranno solo pochi minuti. Non si agiti.”
Nemmeno dieci minuti dopo, un taxi bianco e giallo svoltò con decisione all’angolo, fermandosi accanto al giardinetto che César stava perlustrando. Il guidatore, un signore sulla sessantina con un fare pratico, scese: “César? Radio Taxi 24. Ho piatti puliti nel bagagliaio e una coperta morbida. Raccontami meglio del tuo micio.” Mentre César indicava gli ultimi luoghi possibili descrivendo Felix, colpito dalla calma dell’uomo nel tumulto dei suoi pensieri, una piccola testa triangolare spuntò timorosa da sotto una siepe decorativa vicino al sagrato di una chiesetta. “Eccolo! È lui!” César cadde in ginocchio sul bagnato, tendendo la mano. Felix, rincuorato dalla presenza familiare e stremato, si lasciò prendere, brontolando. Il tassista aprì comodo il bagagliaio, predispose una scatola con la coperta, offrendo un rifugio sicuro al gatto spaventato. “Adesso, giovane, salta in macchina. Andiamo a rifarti un po’ e poi tutta la città è nostra. Il suo appuntamento è salvo.” Chiusero il bagagliaio.
César corse su, si cambiò in un lampo mentre il tassista aspettava accendendo il tassametro per “tempo di attesa breve”. Partirono per la zona industriale sotto una pioggia battente, filtrando abilmente il traffico mattutino. Alle 8:52, il taxi si fermò di fronte ai cancelli della ditta di restauro. César sollevò Felix ancora tremante nel trasportino improvvisato ma accogliente. “Grazie. Grazie mille davvero. Mi avete salvato in tutto,” disse al guidatore, la voce ancora carica di emozione. L’uomo sorrise semplice: “È il nostro lavoro, alla Radio Taxi 24. Buona fortuna per il colloquio e per il piccoletto!” César chiuse lo sportello e respirò dentro. Il futuro, pochi minuti prima oscuro, era di nuovo brillante e raggiungibile, messo in moto dal giallo vivido di quel taxi apparso al momento giusto.
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