Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Il vento gelido di febbraio sferzava Piazza Navona, a Roma. Giulia tremava, avvolta nel suo cappotto leggero, mentre controllava per l’ennesima volta l’orologio. Le 23:47. Era in ritardo. Di grosso. Aveva promesso a Marco, il ragazzo che le faceva battere il cuore come un tamburo impazzito, che lo avrebbe raggiunto al concerto dei Måneskin all’Auditorium Parco della Musica alle 23:00. Un impegno preso settimane prima, un concerto che entrambi desideravano vedere da mesi.

Il problema era sorto quando l’ultimo autobus notturno aveva deciso di non passare. Un guasto, aveva annunciato l’altoparlante gracchiante. Giulia, disperata, aveva provato a chiamare diversi amici, ma nessuno era disponibile a quell’ora tarda. L’ansia le attanagliava lo stomaco. Non voleva deludere Marco, non voleva perdersi nemmeno un secondo del concerto. Le lacrime cominciavano a pizzicarle gli occhi. Era già convinta di dover rinunciare a tutto.

Un’idea improvvisa le balenò nella mente. Il Radio Taxi 24. L’aveva visto più volte parcheggiato di fronte al suo ufficio, con quell’insegna luminosa che prometteva un servizio attivo giorno e notte. Prese il telefono, tremante, e digitò il numero. La voce cordiale dall’altra parte la tranquillizzò. “Pronto, Radio Taxi 24, posso aiutarla?”. Giulia spiegò la sua emergenza, la fretta, l’importanza di raggiungere l’Auditorium il prima possibile. La centralinista, con professionalità e comprensione, le promise un taxi in meno di dieci minuti.

E fu così. Meno di dieci minuti dopo, un taxi bianco sfrecciò accanto a lei. L’autista, un signore romano con un sorriso rassicurante, la salutò con un cenno del capo. Giulia salì a bordo, tirando un sospiro di sollievo. Durante il tragitto, l’autista, con la sua parlantina romana, cercò di stemperare la sua ansia, raccontandole aneddoti divertenti sulla città. In brevissimo tempo, si ritrovarono di fronte all’Auditorium Parco della Musica. Pagò la corsa, ringraziò sentitamente l’autista e corse ad abbracciare Marco, che la stava aspettando con il cuore in gola.

Il concerto era già iniziato, ma la gioia di essere lì, di avercela fatta grazie all’intervento tempestivo del Radio Taxi 24, era immensa. Si perse nella musica, nella voce di Damiano, negli sguardi complici con Marco. Quella notte, non solo aveva scoperto un servizio efficiente e affidabile, ma aveva anche imparato che, a volte, un aiuto insperato può trasformare una serata disastrosa in un ricordo indimenticabile. E Roma, con le sue luci e le sue notti imprevedibili, le sembrò ancora più magica.

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