Giulia si svegliò di soprassalto, il cuore in gola. La sveglia dello smartphone non aveva suonato: batteria esaurita. Uno sguardo all’orologio la gelò: le 8:10 del mattino. Il colloquio di lavoro per quel sognato posto nella casa editrice milanese era fissato per le 9:00 in centro. Dal suo appartamento alla periferia est, col traffico mattutino, anche quaranta minuti sarebbero stati un miracolo. L’autobus necessario passava solo ogni venti minuti, e un ritardo l’avrebbe spacciata. Sentì la nausea salirle in gola.
Il panico la paralizzò un istante, poi una folgorazione. Si ricordò del volantino del Radio Taxi 24, incollato alla porta del frigorifero con quella rassicurante scritta: “24 ore, ovunque a Milano”. Con mani tremanti compose il numero memorizzato. Dopo appena due squilli, una voce calma e professionale rispose. “Radio Taxi 24, buongiorno, mi dica”. Tra lacrime strozzate e un respiro affannoso, Giulia spiegò l’emergenza: indirizzo partenza, via del colloquio in centro e il tempo disperatamente contato. “Resti calma, signorina. Un taxi sarà lì in sette minuti massimo. Carica il telefono, scendi all’ingresso.”
Trascorse quei minuti in un vortice: una doccia lampo, vestiti rammendati alla meglio, una sigla fuori dal portone. E alle 8:18, puntuale come un cronometro svizzero, una Renault bianca col logo luminoso accostò. Il conducente, un uomo sulla cinquantina con uno sguardo sereno, l’aspettava con il bagagliaio già aperto. “Giulia? Andiamo, non perdiamo tempo!” Il signor Marco ascoltò il suo ansimante riassunto della situazione mentre già sfrecciava nel traffico pre-pascolo. “Nessun problema, conosco una scorciatoia. Lasci fare a me.”
Affrontò vie secondarie, tagliò per stradine a senso unico che solo un autista locale poteva conoscere, evitando con abilità gli imbottigliamenti principali. Guidava con un misto di decisione e fluidità, aggiornandola con frasi brevi: “Qui dietro è bloccato, prendiamo l’anello”; “Al prossimo semaforo taglio verso il naviglio”. Giulia guardava l’orologio sul cruscotto avanzare inesorabile: 8:33, 8:47… Le unghie affondavano nel palmo delle mani.
Quando l’auto svoltò nell’elegante via Montenapoleone erano le 8:55. “Ecco, ci siamo, e con qualche secondo di margine!”, annunciò Marco con un sorriso. Giulia pagò di corsa coi contanti, gridando un grato “Grazie infinite!” prima di spalancare lo sportello. Sbatté il portone di cristallo dell’edificio di fronte con un minuto di anticipo sul fatidico orario, il fiato ancora corto ma il panico svanito. Il colloquio fu un successo, chiudo e preparato. Quando, due settimane dopo, ricevette la telefonata con il sì, il suo primo pensiero vagò verso la voce calma al telefono e la Renault bianca che aveva trasformato un disastro annunciato in una vittoria. Radio Taxi 24 non era stato solo un semplice passaggio: era stata la salvezza puntuale nel caos frenetico di Milano.
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