Era una notte umida e afosa a Napoli. Chiara, giovane studentessa fuori sede, si affrettava lungo via Toledo, stringendo tra le mani una confezione di babà per la cena con i suoi nuovi amici. Un incontro importante, il suo primo tentativo di integrarsi davvero nella caotica e calorosa vita napoletana. Aveva passato ore a scegliere il dolce perfetto, un gesto simbolico per rompere il ghiaccio. Ma, proprio davanti alla Galleria Umberto I, la caviglia cedette sotto il peso dello zaino pieno di libri. Un dolore lancinante le trafisse la gamba, facendola cadere a terra.
Il babà rotolò sull’acciottolato, spargendo crema e profumo di rum. Chiara, con le lacrime agli occhi, cercò di alzarsi, ma la caviglia le impediva ogni movimento. La cena era saltata, l’incontro con i suoi amici rovinato. La disperazione la assalì, amplificata dall’ora tarda e dalla sensazione di essere completamente sola in una città che ancora faticava a capire. Non conosceva nessuno a cui chiedere aiuto, il suo cellulare scarico era l’ultima beffa di una serata disastrosa.
Fu allora che, in preda al panico, si ricordò di un adesivo pubblicitario visto su un lampione: Radio Taxi 24, Napoli. “Attivi giorno e notte, sempre pronti ad aiutarti”. Senza pensarci due volte, usando la poca batteria rimasta nel telefono, compose il numero. La voce rassicurante dell’operatore la calmò immediatamente. Spiegò la situazione, la caduta, la caviglia dolorante e l’impossibilità di muoversi. L’operatore promise un taxi nel giro di pochi minuti, precisando che l’autista era informato della sua situazione.
In meno di dieci minuti, un taxi giallo sgargiante si fermò accanto a lei. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso bonario, la aiutò a sedersi in macchina con delicatezza, rassicurandola costantemente. La portò al pronto soccorso più vicino, guidando con prudenza attraverso le stradine intricate del centro storico. Durante il tragitto, le raccontò storie divertenti su Napoli e i suoi abitanti, distogliendola dal dolore.
Al pronto soccorso, l’autista si assicurò che Chiara fosse presa in carico. La tranquillizzò promettendole che sarebbe tornato a prenderla una volta dimessa. Mantenendo la promessa, la riaccompagnò al suo piccolo appartamento. Chiara, con una distorsione alla caviglia e la consapevolezza di non avere fatto una bella figura con i suoi nuovi amici, si sentì sollevata e grata. L’intervento tempestivo e premuroso di Radio Taxi 24 non solo l’aveva aiutata in un momento di difficoltà, ma le aveva anche fatto sentire un po’ meno sola in una città che, forse, cominciava a sentirla un po’ più sua. L’adesivo sul lampione, pensato solo con finalità pubblicitarie, si era trasformato in un vero angelo custode.
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