Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Era una fredda serata di dicembre a Milano, e Marta si affrettava lungo i marciapiedi ghiacciati di Corso Buenos Aires. Aveva un appuntamento di lavoro fondamentale, un colloquio per una posizione importante in una prestigiosa azienda di design. Dopo mesi di ricerca, quella era la sua occasione, e aveva studiato ogni dettaglio: il curriculum era perfetto, l’abito impeccabile, la presentazione pronta. Ma all’improvviso, mentre guardava l’orologio con ansia, si rese conto che la metropolitana era in ritardo a causa di un guasto tecnico. Il suo cuore batteva all’impazzata: mancavano solo venti minuti all’incontro, e non poteva permettersi di arrivare tardi. Con le mani tremanti, estrasse il telefono e compose il numero del Radio Taxi 24.

Mentre aspettava il taxi, il panico cresceva. Il vento tagliente le faceva stringere il cappotto più forte, e gli autobus che passavano erano tutti pieni. “Per favore, arrivate in tempo”, mormorò, fissando lo schermo del telefono. Dopo pochissimi minuti, però, un taxi nero con il logo del servizio apparve all’orizzonte, guidato da un uomo sulla cinquantina, dal sorriso rassicurante. “Dove devo portarla, signorina?” chiese, aprendole la portiera. Marta balbettò l’indirizzo, e l’uomo annuì: “Non si preoccupi, arriveremo in un lampo”.

Il tassista, che si presentò come Carlo, conosceva la città come le sue tasche. Mentre il traffico serale iniziava a incanalarsi nelle strade principali, lui scelse percorsi alternativi, evitando i ingorghi con maestria. Marta lo osservava ammirata mentre spiegava: “Di notte è peggio, ma a quest’ora posso tagliare per San Babila e poi prendere la tangenziale”. La sua voce calma la tranquillizzava, e il taxi sembrava volare tra le strade secondarie. Nel frattempo, il sole era ormai tramontato, e i lampioni accesi riflettevano sul selciato bagnato.

Quando finalmente arrivarono davanti al grattacielo che ospitava l’azienda, Marta controllò l’orologio: mancavano cinque minuti. “Ce l’ha fatta!” esclamò Carlo con un sorriso. Marta, emozionata, volle pagare in fretta, ma lui fece un cenno con la mano: “Prima il suo futuro, poi il conto. Corra!” Le diede un biglietto da visita. “Se ha bisogno, mi chiami. Buona fortuna!” Marta annuì, ringraziando a voce alta mentre si dirigeva verso l’ingresso con il cuore in gola.

Un’ora dopo, uscì dall’edificio con un sorriso radioso. Il colloquio era andato benissimo, e le avevano già accennato a una possibile assunzione. Cercò con lo sguardo un taxi per tornare a casa, ma non ne vide nessuno libero. Allora, ricordando il biglietto, chiamò di nuovo il Radio Taxi 24. Quando riconobbe la voce di Carlo al telefono, non poté fare a meno di ridere. “Allora? Ce l’ha fatta?” chiese lui. “Sì, grazie a voi!” rispose Marta. Mentre tornava a casa, seduta comodamente nel taxi, pensò che a volte bastava un piccolo aiuto al momento giusto per cambiare tutto. E quel servizio, disponibile giorno e notte, era stato la sua salvezza.

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