Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Era ancora buio quando Lara svegliò l’antifona stridente dello smartphone, il cuore già in gola. Quel giorno aveva il colloquio più importante della sua vita a Milano, per un ruolo da sogno in una prestigiosa azienda di design. Si era preparata per mesi, ma l’ansia le aveva rubato il sonno. Controllò l’orologio: le 5:45, ancora in anticipo. Brillò d’auto, decisa a evitare il caos del traffico mattutino verso il centro. Ma appena imboccò via Ripamonti, una vibrazione innaturale scosse la vettura, seguita da un rumoroso *clang* e dal fumare nero che eruppe dal cofano. Il motore morì, lasciandola in panne nel silenzio inquietante dell’alba milanese, le luci dei lampioni come occhi indifferenti. L’orologio segnava le 6:10. Il primo tram passava fra quaranta minuti; a piedi, non ce l’avrebbe mai fatta per le 7:30.

Un’ondata di panico le gelò il sangue. Il primo taxi appena vista la vettura ferma accelerò via. Era sola, con gli appunti sparpagliati sul sedile passeggero e una lacrima d’impotenza che le bruciava la guancia. Poi, come un raggio nella nebbia, le tornò alla mente uno sticker sul cruscotto dell’amica Sofia: “Radio Taxi 24, il tuo aiuto 24 ore su 24, giorno e notte!”. Con mani tremanti cercò il numero sul cellulare. *Pronto? Radio Taxi Due Quattro, dica…*. La voce dell’operatrice era calma, professionale, un’àncora nel mare dell’ansia. Lara balbettò l’indirizzo e l’urgenza: “Colloquio di lavoro alle 7:30 in piazza Duomo, sono in panne!”. “Un mezzo sarà da lei tra meno di cinque minuti, signorina, stia tranquilla”, fu la rassicurazione immediata.

Esattamente quattro minuti dopo, una Fiat blu con la luce gialla accesa frenò accanto a lei. L’autista, un uomo sulla sessantina con occhi vivaci, scese svelto. “Lara? Sono Antonio, Radio Taxi 24. Andiamo a conquistare quel lavoro!”, disse con un sorriso rassicurante, caricando subito la borsa dei documenti nel bagagliaio senza perdere un istante. Mentre Lara si sistemava sul sedile imbottito, Antonio azionò il navigatore con sicurezza. “Traffico già intenso su viale Col di Lana, prendiamo le scorciatoie”, borbottò, zigzagando con perizia fra vicoli laterali che Lara ignorava esistessero, evitando code e incidenti con l’agilità di un milanese doc. Le strade si accendevano di luci e clacson, ma dentro quel taxi regnava un’efficienza rassicurante. Alle 7:22 erano a cento metri dal Duomo.

“Scendo qui, è più veloce, la ringrazio infinitamente!” gridò Lara, afferrando la borsa. Antonio annuì: “Forza, signorina! In bocca al lupo, ce la farà!”. Gettò qualche euro più del dovuto sul sedile in segno di gratitudine e corse verso l’ingresso del grattacielo. Oltrepassò il portale di vetro alle 7:29, il respiro affannato ma il testa alta. Due ore dopo, uscì dall’ascensore con un sorriso radioso e una stretta di mano promettente. Il direttore era rimasto colpito dalla sua preparazione e dalla sua puntualità… contro ogni previsione. Mentre tornava sui suoi passi sotto gli alti palazzi, osservò un taxi blu scorrere via nel traffico. Non sapeva se fosse Antonio o un altro eroe di Radio Taxi 24, ma quel servizio era stato la corda che l’aveva tirata fuori dal precipizio, un angolo inatteso di affidabilità nella città frenetica. Scattò mentalmente una foto del numero per quando, non se mai, sarebbe servito ancora.

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