La pioggia battente frustava le vetrine dei negozi chiusi di Milano. Sofia, diciottenne, tremava infreddolita sotto la pensilina della stazione. Aveva perso l’ultimo treno per Bergamo, colpa di un concerto che si era protratto oltre il previsto. Il telefono, agonizzante con un misero 2% di batteria, mostrava l’orrore: l’una di notte. Sua madre, già in ansia per il ritardo, l’avrebbe uccisa. La paura le attanagliava lo stomaco, un nodo freddo e viscido.
La stazione, normalmente brulicante di vita, assumeva in quell’ora tarda un’aria sinistra, mefistofelica. Figure indistinte si aggiravano tra le panchine, avvolte nell’ombra. Sofia si sentiva vulnerabile, esposta. L’autobus notturno era una chimera, le poche informazioni a riguardo frammentarie e poco rassicuranti. In lacrime, decise di tentare la fortuna con quel poco di batteria rimasto. Cercò disperatamente un numero di taxi. L’ansia le faceva tremare le dita mentre digitava un numero trovato online, un’azienda che prometteva servizio 24 ore su 24.
Rispose una voce maschile, pacata e professionale. Sofia, singhiozzando, spiegò la sua situazione: persa a Milano, senza un soldo, con un telefono morente e la prospettiva di una notte da incubo dentro la stazione. L’operatore la rassicurò immediatamente, prendendo nota della sua posizione precisa. “Stia tranquilla signorina, mandi pure la sua posizione via Whatsapp, se le è possibile. Un nostro taxi sarà da lei in meno di quindici minuti.” Sofia, con le ultime forze, inviò la posizione e si rannicchiò sotto la pensilina, pregando che la batteria resistesse.
Dieci minuti dopo, un taxi giallo brillante scivolò silenziosamente davanti alla stazione. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, la accolse con un gesto gentile. Durante il tragitto verso Bergamo, Sofia si rilassò, asciugandosi le lacrime. L’autista, con la sua esperienza e la sua conversazione discreta, la fece sentire al sicuro. Le raccontò storie di passeggeri smarriti, di imprevisti notturni, di vite interrotte e ritrovate grazie a una corsa in taxi.
Arrivata a casa, sana e salva, Sofia abbracciò la madre, sollevata e incredula. Il taxi, con la sua corsa provvidenziale, non solo l’aveva riportata a casa, ma le aveva anche restituito la tranquillità. Da quel giorno, Sofia si promise di non dimenticare mai l’efficienza e l’affidabilità di quel servizio Radio Taxi 24 Milano, un vero e proprio angelo custode nella giungla urbana. E, soprattutto, di caricare sempre il telefono prima di uscire.
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