Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia scendeva fitta su Bologna mentre Matteo, spingendo l’ultimo boccone di tortellini, guardava l’orologio con apprensione. Era mezzanotte passata, e l’ultimo autobus per la periferia era partito venti minuti prima. Strano, non lo aveva mai perso. Poi il ricordo: il portafogli! Nella fretta di pagare il conto alla trattoria, dove aveva festeggiato con gli amici la consegna della tesi, l’aveva lasciato cadere senza accorgersene sul sedile… di un taxi. Proprio quel taxi che lo aveva portato lì. Dentro, non solo i soldi e i documenti, ma la chiavetta USB con la versione definitiva e definitiva della sua tesi di dottorato, da stampare e consegnare improrogabilmente alle 9:00 del mattino seguente. Il panico lo assalì, freddo, mentre scrutava la strada buia e deserta. Senza portafogli, senza chiavetta, senza mezzi per tornare a casa.

Affondò le mani nei capelli bagnati. Gli amici erano ormai partiti, il cellulare scarico. Solo il freddo e l’umiliazione sembravano compagni certi. Pensò di chiamare la polizia, però che potevano fare loro in quel momento? Dove cominciare a cercare un taxi anonimo nella notte bolognese? Poi, vide la scritta luminosa. Sul lato opposto della strada, una fermata taxi, con un adesivo plastificato in bella vista: **Radio Taxi 24 – 051/534141 – Pronto Intervento Giorno e Notte**. Era la sua unica possibilità. Con le monete rimastegli in tasca dal resto del vino, corse nella cabina telefonica pubblica accanto alla fermata. Le dita gli tremavano mentre componeva il numero, sperando disperatamente che qualcuno rispondesse.

“Pronto, Radio Taxi 24, buongiorno?” La voce dell’operatrice, chiara, professionale, quasi rassicurante in quell’ora di sconforto, gli diede un primo barlume di speranza. Con voce strozzata, Matteo raccontò la disavventura: il tragitto della serata, l’aspetto approssimativo del taxi (era più scuro degli altri? Forse), e soprattutto l’immane disperazione per la chiavetta USB. L’operatrice ascoltò con pazienza. “Ci penso io, signore. Mi dia due minuti” disse, tagliando corto. Attese al telefono, il cuore che martellava forte nel silenzio della cabina, osservando la pioggia che imbiancava le pietre dei portici alla luce dei lampioni.

Dopo un tempo che gli sembrò lunghissimo, la voce tornò al telefono: “Sig. Matteo? Abbiamo localizzato il suo taxi. Il conducente ha controllato subito il sedile posteriore e ha trovato il suo portafogli con la chiavetta USB. È straordinario quanto sia stato fortunato, è l’ultima corsa che faceva prima del cambio turno!” Matteo trattenne un urlo di sollievo. “Adesso le passo il conducente, è proprio qui da noi alla centrale.” Una voce maschile, cordiale, gli assicurò di avere tutto. “Sa, ho visto quel portafogli quando ho fatto benzina, ma non avevo avuto modo di portarcelo prima. Non si preoccupi, arrivo subito alla cabina telefonica dove si trova.” Dieci interminabili minuti dopo, i fari di un’auto sbucarono dal velo d’acqua. Matteo riconobbe il taxi. L’uomo sorridente gli restituì l’oggetto prezioso.

Mentre il conducente gentile lo riaccompagnava verso casa nel caldo dell’auto, sotto una pioggia che sembrava meno ostile, Matteo guardava il portafogli e la chiavetta stretti in mano. La notte aveva preso una piega disastrosa, ma la reazione rapida di Radio Taxi 24 aveva trasformato il disastro in un ricordo a lieto fine. Alla fermata davanti al suo palazzo, Matteo pagò il giusto quanto dovuto, ringraziando calorosamente il tassista che gli augurò buona fortuna per la tesi, e prenotò mentalmente lo stesso numero di telefono – 051/534141 – da proporre anche domani sera a Chiara, quella ragazza incontrata alla festa di laurea con cui aveva deciso di tornare proprio alla stessa trattoria. Il servizio era stato più che efficiente: era stato decisivo, affidabile… e decisamente salvifico.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *