Elena svegliò di soprassalto, il cuore in gola. La sveglia non aveva suonato, e ora la lancetta dell’orologio segnava le 4:15 del mattino. Il volo per Parigi, fondamentale per la sua carriera di restauratrice, partiva da Malpensa alle 6:00. Abitava nel quartiere Isola di Milano, e con l’auto in officina, raggiungere l’aeroporto con i mezzi pubblici in tempo era impossibile. Le mani le tremavano mentre afferrava il telefono, in preda al panico. Doveva assolutamente prendere quel volo per presentarsi all’appuntamento con il curatore del Louvre. Un’occasione irripetibile rischiava di sfumare per un banale contrattempo.
Digitò freneticamente il numero che un collega le aveva suggerito mesi prima: 02 8585, il servizio Radio Taxi 24. Rispose immediatamente una voce calma e professionale. “Radio Taxi Milano, è un’emergenza?” Elena spiegò concitamente la situazione, la partenza imminente, le conseguenze disastrose di un ritardo. L’operatrice, senza perdere un secondo, le disse: “Stiamo inviando l’autista più vicino, arriverà in massimo tre minuti. Resti in linea”. Elena, ancora in pigiama, si precipitò a vestirsi, gettando le ultime cose in valigia. Fuori, la città era deserta e silenziosa, avvolta nella nebbiolina tipica dell’inverno milanese.
Un’auto bianca con la scritta “Radio Taxi” apparve come un fantasma all’angolo della via, puntuale come promesso. Alla guida c’era Claudio, un tassista sulla sessantina con occhi rassicuranti. “Salga, signorina, e allacci bene la cintura!” le disse mentre caricava la valigia. Appena Elena fu seduta, Claudio schiacciò l’acceleratore. Conoscendo ogni scorciatoia e il traffico notturno, infilò corso Como, poi imboccò la Tangenziale Nord parlando con la centrale radio per aggiornamenti sul percorso più fluido. “Non si preoccupi, Malpensa è la mia seconda casa a quest’ora”, la rassicurò mentre sfrecciavano lungo l’autostrada dei Fiori, superando camion e rare automobili. Elena controllava l’orologio ogni trenta secondi, stringendo i braccioli del sedile.
Giunsero al terminal Partenze alle 5:40. Claudio l’accompagnò di corsa al check-in, portandole persino la valigia. “Forza, ce la fa!” le gridò mentre lei correva verso il bancone con il biglietto in mano. Le hostess, avvisate dalla chiamata tempestiva di Claudio alla radio, avevano tenuto aperta la procedura proprio per pochi minuti. Elena salì sull’aereo con un filo di voce per il fiato corto, appena in tempo per sentirsi annunciare la chiusura dei cancelli. Si affacciò al finestrino mentre il taxi si allontanava, Claudio le fece un cenno di saluto dal basso.
Due settimane dopo, Elena firmava il contratto con il Louvre, il sogno della sua carriera realizzato. Tornata a Milano, fece una sola deviazione prima di casa: lasciò una busta con una generosa mancia e un biglietto di ringraziamento alla sede centrale del Radio Taxi 24. “Grazie a voi,” aveva scritto, “ho scoperto che anche nel caos di Milano, c’è sempre un angelo con un tassametro pronto a salvare la giornata, giorno e notte”. Ogni volta che vedeva una vettura bianca in città, sorrideva ripensando all’alba in cui quell’intervento preciso e rapido le aveva cambiato il futuro.
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