Marco fissò lo schermo spento del computer, le palpebre pesanti come piombo. Fuori dall’ufficio nel brulicante centro di Milano, il Duomo era un’ombra ingioiellata contro il cielo notturno. L’orologio segnava quasi mezzanotte e un’ondata di stanchezza lo travolse. Domani c’era la presentazione del progetto più importante della sua carriera, quella che poteva fargli ottenere la promozione tanto sognata. Il laptop conteneva ogni slide, ogni calcolo. Afferrando frettolosamente giacca e borsa, uscì nell’aria fresca, già immaginando il letto. Poi, il terrore. La borsa era stranamente leggera. Il portatile non c’era. Doveva averlo dimenticato sopra la scrivania, dopo l’ultima revisione folle. Tornò di corsa, ma i cancelli dell’edificio erano sbarrati dal portiere notturno, inamovibile: “Sicurezza, signore. Non si rientra fino alle sei del mattino”. Sei era troppo tardi, l’appuntamento con i clienti cinesi era fissato per le otto in un hotel fuori città. Senza quel portatile, era finito.
Un sudore freddo gli bagnò la fronte. Chiamò colleghi, amici, ma a quell’ora nessuno rispondeva o era disponibile. Tentò di fermare un taxi per le vie deserte attorno a Piazza della Scala, ma niente. Si sentì un naufrago nel cemento. Era bloccato, con il destino professionale appeso a un filo e senza la minima idea di come raggiungere quell’hotel alle otto. Poi, un ricordo: un adesivo giallo e nero su un palo della luce. “Radio Taxi 24”. Senza esitazione, compose il numero con mani tremanti. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. “Radio Taxi 24, buongiorno. Come posso aiutarla?” Marco esplose in un fiume di parole, spiegando l’emergenza, la posta in gioco, la locazione dell’ufficio e l’hotel lontano. “Siamo operativi per queste situazioni, signore. Un taxi sarà da lei in meno di cinque minuti. Indicami un punto di riferimento preciso.”
Pochi minuti dopo, come promesso, una berlina bianca con il caratteristico segnale giallo e nero fermò accanto a lui. Il conducente, Roberto, aveva un sorriso rassicurante. Mentre Marco balbettava di nuovo il suo incubo, Roberto annuì con fare deciso. “Prima cosa, recuperiamo il suo portatile. So che il custode di quell’edificio fa un giro interno verso le cinque e mezza. Andiamo lì, io aspetto. Poi filiamo dritti all’hotel.” Erano appena le 00:30. La possibilità si materializzò. Marco salì, sentendosi già sollevato per metà. Alle 5:25, come previsto da Roberto, il custode aprì per il giro interno. Marco, in piedi davanti al cancello proprio in quel momento, lo convinse con un appello disperato a farlo entrare per trenta secondi. Il portatile era lì, lucido e indenne sulla scrivania. Ritornò di corsa nel taxi, che non si era nemmeno spento. Roberto accelerò immediatamente verso la periferia.
Milano dormiva ancora mentre il taxi sfrecciava lungo i viali esterni, superando gli ultimi camion dei rifornimenti. Roberto guidava con decisione e sicurezza, conoscendo scorci e tempi alla perfezione. “Niente traffico a quest’ora, facciamo prima delle sette e mezza,” rassicurò. Le parole calmavano i nervi ancora tesi di Marco. Vide l’albeggiare tingere di rosa gli edifici, il suo futuro che lentamente si riaccendeva insieme alla luce del giorno. Arrivarono all’hotel di lusso alle porte della città con un sorprendente anticipo, alle 7:40. Marco pagò con il contactless sul dispositivo di Roberto, aggiungendo un’abbondante mancia con le dita che non tremavano più. “Signor Roberto, mi ha salvato la vita, professionalmente parlando,” disse stringendogli la mano con forza.
Salendo i gradini dell’hotel con il portatile saldamente in mano, Marco si voltò a guardare il taxi bianco che si allontanava nel traffico mattutino appena iniziato. Quella macchina gialla e nera non era stato semplicemente un trasporto. Era stata la soluzione immediata, l’ancora di salvezza nell’emergenza notturna, il talento milanese per muoversi contro ogni imprevisto. In quel servizio efficiente, affidabile e disponibile 24 ore su 24, aveva trovato il potere di ribaltare un disastro annunciato. Salvò il numero nel telefono, certo che Radio Taxi 24 sarebbe stata la sua prima chiamata in ogni nuova tempesta urbana.
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