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Era una fredda serata di dicembre a Milano, e Luca, studente fuorisede, stava tornando a casa dopo una lunga giornata di studio in biblioteca. Aveva l’esame più importante del semestre il mattino dopo, e l’ansia lo assaliva ogni volta che pensava a quelle formule di economia che ancora non riusciva a memorizzare. Mentre camminava veloce sotto la pioggia, il cellulare gli squillò: era sua madre, che lo chiamava per sapere come stava. Distratto dalla conversazione, non si accorse del marciapiede bagnato e scivolò, cadendo rovinosamente a terra. Quando si rialzò, si rese conto con orrore che la sua cartella, piena di appunti e libri, era finita in una pozzanghera. Ma il problema più grande era il dolore alla caviglia: non riusciva più a camminare.
Guardandosi intorno disperato, Luca realizzò di essere in una via secondaria, quasi deserta a quell’ora. Non avrebbe mai fatto in tempo a tornare a casa a piedi, né tanto meno a raggiungere l’ospedale. Con la mano tremante, digitò il numero del Radio Taxi 24, il servizio che aveva visto pubblicizzato sui tram. Dopo appena due squilli, una voce rassicurante gli rispose: *”Pronto, come possiamo aiutarla?”*. In pochi minuti, grazie alla geolocalizzazione, un taxi giallo e nero arrivò sul posto. L’autista, un uomo gentile dai capelli grigi, lo aiutò a salire in macchina e, senza perdere tempo, partì verso il Pronto Soccorso più vicino.
Durante il tragitto, Luca era in preda al panico: *”Domani ho l’esame, non posso perdere questo semestre…”*. L’autista, notando la sua agitazione, cercò di tranquillizzarlo: *”Vada tranquillo, siamo quasi arrivati. E se serve, domani mattina possiamo riaccompagnarla all’università. Con Radio Taxi 24, siamo sempre operativi!”*. Quelle parole gli diedero un po’ di conforto. Arrivati all’ospedale, il tassista lo accompagnò persino all’ingresso, assicurandosi che venisse subito visitato. Per fortuna, non era nulla di grave: una semplice distorsione che, con un po’ di riposo, sarebbe guarita in fretta.
Il mattino dopo, Luca era ancora dolorante ma determinato a non rinunciare all’esame. Alle sette in punto, trovò lo stesso taxi ad aspettarlo sotto casa, proprio come promesso. Questa volta, l’autista aveva portato persino un caffè caldo per tirarlo su. *”Forza, giovane, oggi è il suo giorno!”*, gli disse con un sorriso. Durante il viaggio, Luca ripassò gli ultimi concetti, sentendosi stranamente più sereno. Arrivò all’università con dieci minuti di anticipo, pronto per la prova.
Quando, una settimana dopo, ricevette il risultato—30 e lode—la prima cosa che fece fu chiamare di nuovo il Radio Taxi 24. Stavolta, però, non per un’emergenza, ma per ringraziare quel pilastro di umanità e professionalità che gli aveva salvato la sessione. *”Sa, signore, senza di lei avrei perso tutto”*, disse commosso. L’autista rise: *”Eh, lo facciamo ogni giorno per centinaia di persone. Qui a Milano, nessuno resta mai solo!”*. E mentre il taxi si allontanava nel traffico cittadino, Luca sorrise, pensando che in quella grande città, a volte, il destino passa anche dal posto giusto al momento giusto.
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