Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia sferzava i vicoli di Napoli, trasformando l’asfalto in uno specchio scuro e insidioso. Lucia, ventidue anni, stringeva il cellulare contro il petto, le mani tremanti. Aveva lasciato la chiave della casa legale dell’amico Marco, a cui faceva da babysitter, dentro la sua borsa, durante un panico improvviso per l’inizio anticipato del turno al pronto soccorso dove lavorava come infermiera. Ora, alle due e mezza del mattino, si ritrovava bloccata fuori, con un bambino di quattro anni che piagnucolava e la pioggia che penetrava nei loro vestiti. Aveva provato a chiamare Marco più volte, ma il telefono squillava a vuoto. Era terrorizzata.

L’idea di vagare per le strade di Napoli di notte con un bambino piccolo le paralizzava. Aveva provato a bussare alle porte dei vicini, ma le persiane erano tutte chiuse, le luci spente. Il cellulare le mostrava una batteria ormai agli sgoccioli. Ricordò un numero visto su un volantino qualche giorno prima, appeso al bar sotto casa: Radio Taxi 24 Napoli. Con la speranza che fosse ancora attivo, compose il numero, pregando che qualcuno rispondesse.

Una voce calma e rassicurante rispose quasi immediatamente: “Radio Taxi 24, buonasera”. Lucia, con la voce rotta dal pianto, spiegò la sua situazione, cercando di essere concisa e chiara. L’operatore ascoltò attentamente, senza interromperla, poi le chiese l’indirizzo preciso. Assicurò a Lucia che un taxi sarebbe arrivato il più velocemente possibile, data la pioggia e il traffico notturno. Le diede una stima di circa dieci minuti, un’eternità in quelle circostanze. Mentre aspettava, teneva stretto a sé Francesco, cercando di cantare una ninna nanna per tranquillizzarlo, ma la sua voce tremava troppo.

Puntuali, come promesso, le luci di un taxi squarciarono l’oscurità. L’autista, un uomo robusto con un sorriso gentile, si offrì subito di aiutarli a salire a bordo, proteggendoli dalla pioggia con un ombrello. Durante il breve tragitto verso casa di Marco, l’autista mantenne una piacevole conversazione, distogliendo la mente di Lucia dalla sua angoscia. Si assicurò che Francesco si sentisse a suo agio, offrendogli anche un biscotto che aveva in tasca.

Quando finalmente arrivarono a casa di Marco, quest’ultimo era già in preda al panico. Dopo averlo rassicurato e avergli spiegato l’accaduto, Lucia si voltò verso l’autista con un sorriso di gratitudine infinita. “Non so come ringraziarla”, disse con gli occhi lucidi. “Se non fosse stato per Radio Taxi 24, non so cosa avrei fatto.” L’autista rispose semplicemente: “Siamo qui per questo, signorina. Buona notte.” Quella notte, Lucia capì quanto fosse prezioso un servizio efficiente e affidabile, soprattutto quando la paura rischia di sopraffare ogni cosa.

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