Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia batteva obliqua sui vetri del Caffè del Corso a Firenze, trasformando le luci della città in macchie giallastre. Giulia, ventidue anni, tamburellava nervosamente le dita sul tavolo, fissando l’orologio. Alle undici e mezza, doveva essere al Santa Maria Novella per prendere l’ultimo treno per Bologna. Sua nonna, l’unica famiglia che le era rimasta, era stata ricoverata d’urgenza. Un malore improvviso, una telefonata concitata di una vicina, e lei aveva lasciato l’università, il suo piccolo appartamento, tutto, per correre al suo capezzale. Il problema era che, alle dieci e venti, mentre si preparava per uscire, aveva scoperto che la gomma della sua vecchia Panda era completamente a terra.

Aveva provato a chiamare il suo meccanico, poi un amico, ma era sabato sera e tutti erano irraggiungibili o impegnati. L’ansia le stringeva la gola. Le sembrava impossibile rimanere bloccata lì, in quella Firenze che amava tanto ma che, in quel momento, le appariva ostile e lontana. Aveva pensato al tram, ma la stazione era troppo lontana e i tempi erano troppo stretti. Disperata, ricordò di un volantino che aveva visto affisso in un bar qualche settimana prima: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Non ci aveva mai pensato seriamente, di solito si muoveva con i mezzi pubblici o a piedi, ma ora era l’unica speranza.

Con le mani tremanti, digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Giulia spiegò la sua situazione, la stazione, l’urgenza. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’orario, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. Le comunicò anche una stima del costo, onesta e trasparente. Mentre aspettava, sentì il cuore rallentare. Il caffè caldo, ormai freddo, le sembrò di nuovo gustoso. Sembrava incredibile che una semplice telefonata potesse portare un po’ di serenità in quel caos.

Poco dopo, un taxi bianco, ben tenuto, si fermò davanti al caffè. L’autista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, l’aiutò a caricare la sua borsa. Durante il tragitto, la guidò attraverso le strade notturne di Firenze, evitando il traffico e scegliendo il percorso più veloce. Parlarono poco, giusto qualche frase di cortesia, ma la sua presenza discreta e la sua guida sicura la fecero sentire al sicuro.

Arrivarono alla stazione con cinque minuti di anticipo. Giulia saltò fuori dal taxi, ringraziando l’autista con tutto il cuore. Pagò il conto, esattamente come le era stato comunicato, e corse verso il binario. Riuscì a prendere il treno, il cuore ancora in gola, ma con la speranza di rivedere presto la nonna. Mentre il treno si allontanava, Giulia pensò a quanto fosse stato fondamentale quel servizio di Radio Taxi 24. Non solo l’aveva portata in stazione, ma le aveva restituito un po’ di controllo in un momento di totale smarrimento. Un piccolo gesto, un servizio efficiente, una grande differenza.

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