La pioggia batteva implacabile sul selciato di Bologna, trasformando Piazza Maggiore in un riflesso sfocato di luci al neon. Sofia, con il cuore che le martellava nel petto, stringeva tra le mani la lettera di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo anni di sacrifici, di notti passate a disegnare, di rifiuti e dubbi, il sogno era finalmente a portata di mano. Ma il treno per Firenze partiva tra meno di un’ora dalla stazione centrale, e lei era bloccata. La nonna, che le aveva sempre creduto e supportato, era stata colta da un malore improvviso. Era svenuta in cucina, e Sofia, dopo aver chiamato il 118 che si era detto disponibile in circa venti minuti, si sentiva paralizzata dalla paura e dalla consapevolezza di poter perdere un’occasione unica.
La nonna, fortunatamente, aveva ripreso conoscenza, ma era troppo debole per essere lasciata sola. Non poteva chiamare i suoi genitori, erano in viaggio di lavoro all’estero e irraggiungibili. L’ansia la soffocava. Chissà se il medico, una volta arrivato, avrebbe dato l’ok per lasciarla sola anche solo per il tempo necessario per raggiungere la stazione. Controllò l’ora sul cellulare: cinquantadue minuti. Impossibile. Stava per arrendersi, quando un ricordo le balenò alla mente: il numero del Radio Taxi 24, affisso su un volantino in un bar vicino alla sua università. Un servizio che prometteva di essere disponibile a qualsiasi ora, in qualsiasi condizione.
Con mani tremanti, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Spiegò la situazione, l’urgenza, il terrore di perdere quel treno che rappresentava il suo futuro. L’operatore ascoltò con attenzione, senza interromperla, poi le assicurò che un taxi sarebbe arrivato il prima possibile. Sofia si sentì improvvisamente più leggera, come se un peso enorme le fosse stato tolto dalle spalle. Agguantò la lettera, aspettando con il fiato sospeso.
Dieci minuti dopo, un taxi, nonostante la pioggia torrenziale e il traffico intenso, si fermò davanti al portone. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un’espressione rassicurante, l’aiutò a caricare la valigia e le chiese, con un tono gentile, se stesse bene. Durante il tragitto, mantenne una velocità adeguata, evitando le buche e le pozzanghere, e la incoraggiò a calmarsi. Arrivarono alla stazione con ancora venti minuti di margine. Sofia, con le lacrime agli occhi, ringraziò il tassista per la sua professionalità e puntualità.
Riuscì a salire a bordo del treno, stringendo forte la lettera. Guardando la pioggia scorrere sul finestrino, pensò a sua nonna, al 118 in arrivo e al tassista che, con la sua prontezza, le aveva permesso di non rinunciare al suo sogno. Sapeva che, qualunque cosa accadesse, avrebbe sempre ricordato quella notte a Bologna e l’importanza di un servizio affidabile come Radio Taxi 24, un angelo custode su quattro ruote che aveva trasformato un incubo in una speranza.
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