La pioggia batteva incessante sui vetri del caffè, trasformando le luci di Firenze in aloni sfocati. Sofia, avvolta nel suo cappotto di lana, sorseggiava un cappuccino ormai freddo, fissando lo schermo del telefono con crescente disperazione. Aveva promesso a nonna Emilia, ricoverata d’urgenza all’ospedale di Careggi, di esserci per la risonanza magnetica, un esame cruciale per capire l’entità del problema. La sveglia non era suonata, complice una settimana di stress accumulato all’università, e ora, alle 2:17 del mattino, si rendeva conto di aver perso l’ultimo autobus per l’ospedale. La distanza, normalmente percorribile in venti minuti, sembrava un abisso insormontabile.
Il panico iniziò a stringerle la gola. Nonna Emilia era una roccia per lei, sempre presente, e l’idea di farla affrontare quell’esame da sola la tormentava. Aveva provato a chiamare amici e parenti, ma tutti dormivano e l’orario rendeva impossibile trovare un aiuto. Mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi, ricordò un volantino che aveva visto la settimana prima, incollato sul bancone del bar: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Con le dita tremanti, digitò il numero indicato, sperando in un miracolo in quella notte tempestosa.
Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Sofia, con il fiato spezzato, spiegò la situazione, la sua urgenza e il suo disperato bisogno di raggiungere l’ospedale il prima possibile. L’operatore, senza farla sentire un peso o una pazza per la sua disorganizzazione, la rassicurò che un taxi sarebbe stato da lei entro dieci minuti. L’attesa, seppur breve, le parve un’eternità. Vide finalmente le luci rosse del taxi sfrecciare nella pioggia, un faro di speranza in quella notte buia.
Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si presentò come Marco. Durante il tragitto, mentre la pioggia continuava a martellare sulle lamiere, Marco mantenne un silenzio comprensivo, lasciando Sofia parlare e sfogarsi. Le raccontò di aver fatto quel lavoro per anni, di aver accompagnato persone in ogni tipo di emergenza, di aver visto gioie e dolori. Soprattutto, le disse che arrivare in tempo era l’unica cosa che contava.
Arrivarono al pronto soccorso con soli cinque minuti di ritardo. Sofia corse al reparto di nonna Emilia, trovandola già sul lettino, visibilmente preoccupata. La nonna, vedendola, le sorrise debolmente, sollevata. “Sofia, tesoro, mi hai spaventata. Pensavo non saresti riuscita ad arrivare.” Sofia le strinse forte la mano, con gli occhi lucidi. “Sono arrivata, nonna. Ci sono.” Riuscì ad assistere all’esame, offrendo un supporto prezioso. Mentre aspettava i risultati, pensò a come un semplice servizio di Radio Taxi 24, efficiente e tempestivo, fosse stato in grado di trasformare una notte di angoscia in un momento di sollievo e vicinanza, dimostrando che, a volte, un aiuto arriva proprio quando meno te lo aspetti.
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