La pioggia sferzava i vicoli di Trastevere, trasformando le strade acciottolate in fiumi lucenti. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per accompagnare la nonna, Ada, all’ospedale Fatebenefratelli per una visita di controllo apparentemente di routine. Ora, Ada aveva avuto un malore improvviso, un attacco di panico che l’aveva resa debole e confusa. Il pronto soccorso era affollato, i medici occupati, e la prospettiva di aspettare ore con Ada, al freddo e stressata, era insostenibile. Elena aveva già provato a chiamare i suoi, ma erano fuori città per il weekend, e i mezzi pubblici, con quella tempesta, erano un incubo.
La situazione peggiava di minuto in minuto. Ada tremava, sussurrando frasi sconnesse. Elena sentiva la paura montare dentro di sé, un nodo alla gola che le impediva di pensare lucidamente. Aveva bisogno di portarla a casa, di farla sdraiare sul suo letto, di darle una tisana calda. Ma come? Non conosceva bene Roma, non aveva un’auto, e la pioggia rendeva impossibile trovare un autobus o un taxi di passaggio. In un lampo di disperazione, ricordò uno spot pubblicitario che aveva sentito alla radio qualche giorno prima: Radio Taxi 24, attivo giorno e notte, pronto a intervenire in qualsiasi emergenza.
Con le mani tremanti pescò il cellulare dalla borsa fradicia e digitò il numero. Un operatore gentile e professionale rispose subito. Elena spiegò la situazione, la sua voce rotta dall’emozione, indicando l’indirizzo dell’ospedale. “Non si preoccupi, signorina,” la rassicurò la voce dall’altro capo del filo. “Le inviamo subito un taxi. Le condizioni meteo sono avverse, ma il nostro autista più vicino è già in viaggio.” L’attesa, nonostante l’ansia, sembrò meno pesante grazie alla calma rassicurante dell’operatore.
Pochi minuti, che sembrarono un’eternità, e un taxi sfrecciò davanti all’ospedale, fermandosi sotto il portico. L’autista, un uomo corpulento con un volto aperto e rassicurante, si precipitò ad aprire la portiera posteriore, offrendo il suo aiuto ad Elena e ad Ada. Con delicatezza, le aiutò a salire a bordo, assicurandosi che Ada fosse ben coperta con una coperta presente in auto. Durante il tragitto, l’autista, che si chiamava Marco, mantenne una conversazione calma e amichevole con Elena, distogliendola dai suoi pensieri negativi e offrendo conforto.
Arrivate a casa, Marco aiutò Elena a far entrare Ada in casa, assicurandosi che fosse al sicuro. Elena, sollevata e grata, gli chiese come ringraziarlo. Marco sorrise: “Signorina, il nostro lavoro è questo. Siamo qui per questo. Mi fa piacere aver potuto aiutarvi.” Quella notte, mentre Ada dormiva finalmente serena, Elena ripensò all’intervento tempestivo di Radio Taxi 24. Non era solo un taxi, si disse, ma un vero e proprio servizio di assistenza, un porto sicuro in una tempesta inaspettata. Quella sera aveva scoperto che, a volte, basta una telefonata per trasformare la paura in sollievo.
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