La pioggia batteva contro i vetri del caffè, trasformando le luci di Firenze in riverberi sfocati. Giulia, ventidue anni, romana di nascita e fiorentina d’adozione per studio, stringeva tra le mani una tazza ormai fredda, fissando lo schermo del telefono. Le nove e mezza. L’esame di storia dell’arte, il più importante del semestre, iniziava tra mezz’ora. E lei, a causa di un’incredibile disorganizzazione, si era ritrovata nel bar sbagliato, dall’altra parte della città, con l’autobus che, puntualmente, aveva deciso di non arrivare. Il panico iniziava a serrarle la gola. Aveva provato a chiamare amici, parenti, chiunque potesse darle un passaggio, ma nessuno rispondeva. Era sola, in una notte tempestosa, e l’ansia le paralizzava le gambe.
Aveva sentito parlare di Radio Taxi 24, un servizio che prometteva di essere la salvezza di chiunque si trovasse in difficoltà a Firenze a qualsiasi ora. Inizialmente scettica, aveva sempre preferito i mezzi pubblici, ma ora non aveva alternative. Con le dita tremanti, digitò il numero e sperò. Una voce calma e rassicurante le rispose quasi subito. Spiegò la situazione, la disperazione che la attanagliava. L’operatore, senza farla sentire stupida o giudicarla, le chiese l’indirizzo e le confermò l’invio di un taxi. Le disse che sarebbero arrivati il prima possibile, considerando il traffico e il maltempo, ma che avrebbero fatto il possibile.
L’attesa, nonostante l’impegno dell’operatore, sembrò infinita. Ogni minuto era un’eternità. Si immaginava già la delusione del professore, il voto insufficiente, l’eventualità di dover ripetere l’esame. Il rumore di un motore che fendeva la pioggia la fece sobbalzare. Un taxi giallo brillante si fermò di fronte al caffè. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le aprì la portiera. “Giulia, giusto?” le chiese, senza bisogno di conferme. Salì a bordo, spiegando ancora una volta l’urgenza della situazione.
L’autista, dimostrando una conoscenza impressionante della città, scelse percorsi alternativi per evitare il traffico più intenso. Parlava poco, ma era percepibile la sua attenzione. Giuliani notò che guidava con prudenza, nonostante la fretta. Le raccontò di aver lavorato per anni con Radio Taxi 24 e che si era trovato in situazioni ben peggiori, portando persone al pronto soccorso o ad aeroporti per voli last minute. Giunsero all’università con soli cinque minuti di ritardo.
Scese dal taxi, sgranando gli occhi per la sorpresa. Aveva timore di aver perso l’esame, ma il professore, pur dimostrando una certa riprovazione per il ritardo, le permise di sostenerlo. Giulia superò l’esame a pieni voti. Dopo l’orale, cercò l’autista di Radio Taxi 24 per ringraziarlo personalmente. Lo trovò seduto nel suo taxi, in attesa di un’altra chiamata. Gli offrì una mancia generosa e un ringraziamento sincero. Quel servizio, pensò, non era solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio salvavita. Un aiuto concreto e tempestivo in un momento di assoluto bisogno.
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