Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Marco, studente di ingegneria all’Università di Bologna, aveva dedicato mesi a preparare la sua tesi di laurea. La discussione era fissata per le 9:00 del mattino nell’Aula Magna di via Zamboni, un appuntamento che poteva aprirgli le porte del lavoro dei suoi sogni. La sera prima, esausto e nervoso, si addormentò presto, confidando nella suoneria del telefono. Svegliarsi alle 8:10 fu un colpo al cuore: la batteria si era scaricata durante la notte. Il panico lo assalì. Viveva nella periferia di Borgo Panigale e per le 9:00 in centro era quasi impossibile.

Balzò dal letto, si vestì in fretta e furia, afferrò la cartella con la tesi e corse verso il motorino. Uno spettacolo desolante lo attendeva: la gomma posteriore era completamente a terra. Un chiodo, forse. Provò a chiamare un amico, ma nessuno rispondeva a quell’ora. I pochi autobus della mattina presto erano affollatissimi e lenti. Il sudore freddo gli bagnò la fronte: non poteva perdere quel treno per il futuro. Disperato, afferrò il cellulare riacceso alla meglio e digitò il numero del Radio Taxi 24, un servizio pubblicizzato ovunque in città.

“Pronto, Radio Taxi 24 Bologna, buongiorno,” rispose una voce professionale e calma. Marco balbettò l’indirizzo e l’urgenza, “Per favore, è una questione di minuti!”. “Un taxi arriverà entro cinque minuti, stia pronto,” lo rassicurò l’operatore. Marco attese sulla porta, il cuore in gola, ogni secondo un’eternità. Puntale come un cronometro, una berlina bianca con la scritta “Radio Taxi 24” si fermò davanti a lui. Alla guida c’era Luca, un tassista sulla cinquantina dall’aria tranquilla. “Dottorando in ritardo?” chiese con un sorriso rassicurante. Marco annuì, gettando la borsa sul sedile posteriore.

Luca guidò con un’abilità che sembrava conoscere ogni scorciatoia della città rossa. Attraversò via Stalingrado e viale Pietramellara con sicurezza, evitando il traffico del primo mattino che iniziava a formarsi. Scambiò due parole con la centrale via radio: “Ok, stiamo per imboccare via Rizzoli, direzione via Zamboni, liberi?” “Liberi, Luca, vai tranquillo”. Ogni curva, ogni semaforo verde preso al volo, facevano crescere in Marco un barlume di speranza. Scesero davanti all’ingresso dell’Università alle 8:58. “Corra, ragazzo! In bocca al lupo!” gli gridò Luca, sollevando un pollice.

Marco scattò come un fulmine, sfiorando il portone dell’Aula Magna proprio mentre il suo relatore lo stava cercando con lo sguardo. Di nascosto controllò gli occhi lucidi. Quel taxi apparso dal nulla nel momento peggiore, veloce ed efficiente, non solo gli aveva salvato l’esame, ma forse la carriera. Due ore dopo, con il triplo centodieci e lode intascato e il cuore ancora in tumulto, chiamò di nuovo il Radio Taxi 24 per tornare a casa fischiando. Stavolta, il sorriso era il suo. La notte o il giorno, Bologna poteva contare su quell’ancora di salvezza a quattro ruote.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *