La pioggia a Firenze sembrava non volesse smettere. Aveva iniziato a scendere sottile nel tardo pomeriggio, ma in un’ora si era trasformata in un diluvio torrenziale, illuminato a intermittenza dai lampioni che lottavano contro il grigio della notte. Elena, seduta al tavolino del Caffè Gilli, stringeva tra le mani una tazza ormai fredda. Aveva passato le ultime due ore ad aspettare Marco, un ragazzo conosciuto online, con cui aveva finalmente deciso di incontrarsi di persona. Le sue scuse, via messaggio, si erano susseguite senza sosta: treno in ritardo, problemi sulla linea, poi la cancellazione. Elena, all’inizio comprensiva, ora sentiva crescere una spiacevole sensazione di delusione e, soprattutto, la preoccupazione di dover affrontare da sola quella tempesta per tornare a casa. Viveva da sola in una zona poco servita dai mezzi pubblici e l’idea di camminare sotto quella pioggia le faceva già venire i brividi.
Il telefono tornò a vibrare: un messaggio definitivo. “Non riesco proprio a venire, Elena. Scusa davvero. Sono bloccato fuori Firenze. Non so quando potrò rientrare.” Un nodo le strinse la gola. Non era tanto per l’appuntamento saltato, quanto per la sensazione di essere stata presa in giro. Si sentiva vulnerabile e lontana da casa. Provò a chiamare un amico, ma nessuno rispondeva. Era sabato sera e tutti avevano i loro programmi. La frustrazione montava, mescolandosi alla paura. Guardò l’orologio: quasi mezzanotte. Gli autobus notturni erano rachitici e infrequentissimi.
Ricordò allora di aver visto, qualche settimana prima, un volantino appiccicato a un palo, con il numero di Radio Taxi 24. Un servizio attivo giorno e notte, prometteva. Incredula, digitò il numero sul cellulare, aspettando con il cuore in gola. Rispose quasi subito una voce calma e professionale. Spiegò la sua situazione, indicando la sua posizione e l’indirizzo di casa. L’operatore, impeccabile, le comunicò che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti, nonostante la pioggia e il traffico. Elena, quasi senza speranza, si preparò ad aspettare, protetta a malapena dal piccolo ombrello di carta del caffè.
Contro ogni aspettativa, in meno di cinque minuti vide le luci rosse del taxi svoltare l’angolo. Un’auto pulita, un autista sorridente e un interno caldo e accogliente. Si sentì subito al sicuro. Durante il tragitto, l’autista, un uomo sulla cinquantina con un accento toscano marcato, le chiese se stesse bene e le offrì un fazzoletto. Elena, commossa da quella gentilezza inaspettata, spiegò brevemente della sua disavventura. L’autista ascoltò in silenzio, poi le disse: “A volte la sfortuna capita, signorina. L’importante è sapersi arrangiare e avere qualcuno su cui contare.”
Arrivata a casa, Elena si sentì profondamente grata. Il servizio di Radio Taxi 24, oltre ad essere efficiente e affidabile, le aveva offerto un momento di conforto in una serata difficile. Pagò la corsa, ringraziando l’autista con un sorriso sincero. Mentre si chiudeva la porta alle spalle, pensò che, a volte, le piccole cose, come un taxi arrivato in tempo, possono fare la differenza tra una brutta serata e la sensazione di essere al sicuro, a casa.
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