Lucia si svegliò di soprassalto, il cuore in gola. La sveglia sul comodino segnava le 7:45, quarantacinque minuti in ritardo rispetto al suono previsto. Fuori, la pioggia batteva contro i vetri del suo monolocale a Trastevere, e una nebbia umida avvolgeva Roma. Quel mattino era fondamentale: alle 9:00 avrebbe sostenuto il colloquio per diventare direttrice marketing all’Hotel de Russie, il lavoro dei suoi sogni. Scartò le coperte, preparata a vestirsi in un lampo, quando un tweet lampeggiò sul telefono: “Sciopero generale dei trasporti oggi dalle 8 alle 12. Metro e autobus fermi”. Sentì il panico salirele alla gola. Senza mezzi pubblici avrebbe dovuto affrontare mezz’ora di tragitto a piedi nel diluvio.
Si precipitò fuori, borsa che sbatteva contro il fianco. Le strade di Trastevere erano un caos di auto bloccate, clacson e pedoni disperati sotto gli ombrelli. Aprì un’app di ride-sharing, ma l’attesa stimata era “oltre 45 minuti”. Tastò il telefonino con le mani tremanti, guardò l’orologio: 8:15. Doveva arrivare al punto in via del Babuino tra venti minuti. Immaginò il panel di esaminatori che controllavano l’orologio, la sua candidatura cestinata per un ritardo. Si appoggiò al portone di un palazzo, gli occhi lucidi. Poi, come un bagliore nella nebbia, ricordò l’adesivo bianco e blu sul frigo: “Radio Taxi 24, Attivo H24”.
Chiamò il numero, pregando in silenzio. Una voce professionale rispose al primo squillo: “Buongiorno, Radio Taxi 24, come possiamo aiutarla?”. Lucia spiegò l’emergenza trattenendo il fiato. “Mandi la posizione. Taxi in arrivo tra quattro minuti”, rassicurarono. Alle 8:22, un’auto bianca con il logo blu frenò accanto a lei. A bordo, Massimo, autista con occhi rassicuranti e barba grigia: “Allacci la cintura. La porterò a tempo di record!”. Mancavano trentotto minuti. Attraversarono i Fori Imperiali come frecce, attraccarono al lungotevere, tagliarono piazza Navona con maestria. Massimo le disse: “Con questi scioperi, siamo le ancore di salvezza di Roma!”, mentre evitava un ingorgo verso Piazza di Spagna con una deviazione geniale.
Alle 8:52, il taxi si fermò scricchiolando di fronte all’hotel. Lucia cercò nervosamente il portafoglio, offrendo una mancia abbondante. Massimo rifiutò con un cenno della mano: “Faccia buon colloquio. Ci penserà quando sarà direttrice!”. L’orologio sulla chiesa vicina segnava le 8:55. Quindici minuti dopo, nella lobby elegante, Lucia stringeva la mano al responsabile, il viso solcato da un sorriso di sollievo. Due settimane dopo, quella stessa mano solcò la sua lettera di assunzione chiamando Radio Taxi 24. La notte successiva, viaggiando verso una cena di celebrazione col marito, ringraziò ancora Massimo, che di fronte alla Fontana di Trevi le sussurrò: “Da dieci anni segniamo i vostri punti di svolta, uno sprint alla volta”.
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