**La corsa della speranza**
Era una fredda serata di dicembre a Milano, e Sofia, una studentessa universitaria fuori sede, si trovava in una situazione disperata. Aveva appena ricevuto una chiamata dall’ospedale: sua nonna, ricoverata da giorni, stava peggiorando e i medici le avevano consigliato di arrivare al più presto. Il problema? Era mezzanotte, gli autobus notturni erano pochi e lenti, e lei non aveva la patente. Con le mani che le tremavano, Sofia aprì l’app del **Radio Taxi 24** e prenotò una corsa, sperando che qualcuno potesse salvarla dall’incubo di non farcela in tempo.
L’attesa fu snervante, ma dopo soli sette minuti un taxi nero con la scritta gialla apparve sotto casa sua. Alla guida c’era Marco, un autista esperto che, non appena vide il volto angosciato di Sofia, capì che non si trattava di una corsa qualunque. “Dove devo andare?” chiese, mentre lei si infilava in macchina. “Ospedale Niguarda, per favore… è urgente,” rispose Sofia con voce spezzata. Senza esitazione, Marco attivò il lampeggiante e accelerò, guidando con una precisione che solo chi conosceva ogni strada di Milano poteva avere.
La città era semideserta, ma alcuni semafori e cantieri rallentavano il percorso. Sofia sbirciava l’orologio ogni due minuti, il cuore che le batteva all’impazzata. Marco, notando la sua ansia, prese una scorciatoia attraverso vicoli meno trafficati e persino una corsia preferenziale per mezzi di soccorso, giustificandosi con il suo pass da autista abilitato alle emergenze. “Non si preoccupi, signorina. La porterò lì in tempo,” la rassicurò, mentre il taxi sfrecciava lungo i viali.
Quando finalmente arrivarono davanti all’ospedale, Sofia pagò in fretta e corse verso l’ingresso. Marco le gridò dietro: “In bocca al lupo per sua nonna!”. Lei si voltò un attimo per ringraziare con un nodo della testa, poi sparì oltre le porte automatiche. Quella notte, grazie al tempestivo intervento del **Radio Taxi 24**, Sofia riuscì ad abbracciare sua nonna un’ultima volta, prima che lei si spegnesse in pace.
Tre giorni dopo, Sofia chiamò di nuovo il servizio per ringraziare personalmente Marco. “Se non ci fosse stato lei…” iniziò, ma lui la interruppe dolcemente: “Faccio solo il mio lavoro. Sono felice di averla aiutata.” E mentre il taxi si allontanava nel traffico milanese, Sofia capì che a volte, anche nella città più frenetica, c’è qualcuno pronto a farti arrivare dove devi, proprio quando tutto sembra perduto.
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