La pioggia batteva insistente sui vetri di quello che era, a tutti gli effetti, il suo nuovo incubo. Chiara, ventidue anni, freschissima di trasferimento a Bologna per un dottorato in Storia dell’Arte, si ritrovò in una situazione a dir poco grottesca. Aveva accettato l’invito a cena di Matteo, il ragazzo conosciuto alla festa di benvenuto dell’università, un architetto con un sorriso disarmante e una passione per il Rinascimento che rivaleggiava con la sua. Aveva anche osato indossare il vestito blu che si era sempre rifiutata di comprare, convinta che fosse troppo “vistoso”. E ora? Ora era bloccata, con il vestito blu fradicio e Matteo che la aspettava al ristorante “Drogheria della Rosa” dall’altra parte della città.
L’autobus, come le aveva preannunciato l’app di controllo, era soppresso per lavori sulla linea. Il freddo, penetrante, le aveva già intorpidito le dita mentre sfogliava invano le alternative sul telefono. Le strade, trasformate in fiumi in miniatura, scoraggiavano qualsiasi tentativo di raggiungere il ristorante a piedi. Pensava a Matteo, probabilmente già convinto che l’avesse mollata all’ultimo minuto, inventando una scusa implausibile. L’ansia le stringeva la gola. La cena era importante, non solo perché le piaceva Matteo, ma anche perché sperava di potersi mostrare per quella che era, al di là dei libri e delle ricerche.
Sbattendo i denti, si ricordò di un volantino visto sul bancone del bar dove prendeva il caffè ogni mattina. “Radio Taxi 24 Bologna – Sempre con te, giorno e notte”. Scettica, ma senza alternative, digitò il numero e, con un filo di voce, spiegò la sua disperata situazione all’operatore. Fu accolta da una voce calma e professionale. Le chiesero la posizione esatta e la destinazione, rassicurandola che un’auto sarebbe arrivata il prima possibile, nonostante il maltempo. Le dissero che, vista l’emergenza, avrebbero cercato di mandare l’auto più vicina.
Meno di quindici minuti dopo, un taxi giallo brillante si fermò davanti a lei. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un paio di baffi grigi e un sorriso rassicurante, le offrì un asciugamano caldo e l’aiutò a salire a bordo. Mentre si allontanavano dalla fermata, Chiara spiegò brevemente l’accaduto. Il tassista, con un’alzata di spalle, le disse che quella sera la città era in ginocchio a causa della pioggia, e che era abituato a situazioni simili. Guidò con prudenza ma in modo efficiente, aggirando i tratti più congestionati dal traffico.
Arrivò al ristorante con un ritardo di “soli” trenta minuti, ma con un sorriso, decisamente meno fradicio e molto più sicuro di sé. Matteo, sollevato di vederla, le avvertì subito che aveva pensato al peggio, mentre l’accoglieva con un abbraccio. Quella sera la Drogheria della Rosa fu come un’oasi di calore e buonumore. Chiara, guardando la pioggia scendere fuori dalla finestra, pensò che a volte bastava una corsa in taxi, e una voce calma al telefono, per trasformare una potenziale catastrofe in un nuovo inizio. E segnò immediatamente il numero di Radio Taxi 24 nel suo telefono.
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