**La corsa contro il tempo**
Era una sera gelida di dicembre a Milano, e Sofia stava correndo lungo i marciapiedi illuminati dalle luminarie natalizie, il cuore in gola. Aveva passato l’intero pomeriggio a studiare nella biblioteca universitaria e si era addormentata sul libro, svegliandosi solo un’ora prima dell’esame più importante del semestre. Lo smartphone era scarico, l’autobus che avrebbe dovuto prende era già passato, e lei era ancora a venti minuti dalla facoltà di Medicina. Senza pensarci due volte, estrasse il biglietto da visita che teneva sempre in tasca e chiamò il Radio Taxi 24.
«Pronto, ho bisogno di un taxi immediatamente! Devo arrivare in Città Studi entro venti minuti altrimenti perdo l’esame!» Disse con voce tremante. L’operatore, calmo e professionale, le assicurò che una vettura sarebbe arrivata in due minuti. E infatti, puntuale, un taxi bianco e nero svoltò all’angolo della strada, guidato da un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante. «Salga, signorina, faremo il possibile!».
Il traffico serale minacciava di farle perdere tempo prezioso, ma il tassista, conoscendo ogni scorciatoia della città, iniziò a zigzagare tra le vie secondarie evitando i semafori. Intanto, Sofia controllava nervosamente l’orologio: mancavano solo dieci minuti. «Non si preoccupi, ho fatto questo lavoro per trent’anni e non ho mai fatto perdere un esame a uno studente», la rassicurò lui, accelerando leggermente.
Quando finalmente svoltarono davanti all’ingresso dell’università, mancavano solo tre minuti. Sofia lanciò una banconota al tassista senza aspettare il resto, ma lui la fermò: «Vada, penseremo al pagamento dopo. In bocca al lupo!». Con un ultimo sguardo di gratitudine, Sofia corse dentro, riuscendo a raggiungere l’aula giusto in tempo per firmare il registro.
Quello stesso pomeriggio, mentre tornava a casa con il sorriso per l’esame andato bene, ripensò a quella corsa folle. Aprì l’app del Radio Taxi 24 e lasciò una recensione a cinque stelle, scrivendo: **”Salvatori di emergenze, soprattutto di studentesse disperate!”**.
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