Era una fredda serata di dicembre a Milano, e Sofia si sentiva l’anima in subbuglio. Aveva passato l’intera giornata in ospedale, dove sua nonna era ricoverata dopo una caduta, e ora doveva assolutamente raggiungere la stazione Centrale per prendere l’ultimo treno per Roma. Il suo capo l’aveva convocata d’urgenza per una riunione mattutina decisiva, e perdere quel treno avrebbe significato compromettere mesi di lavoro. Uscì dall’ospedale di corsa, ma le strade erano deserte, e i pochi taxi in circolazione erano già occupati. Con le mani che tremavano dal freddo e dall’ansia, tirò fuori il cellulare e compose il numero del Radio Taxi 24.
“Pronto, ho urgente bisogno di un taxi per la stazione Centrale, il mio treno parte tra venti minuti!” disse, cercando di mantenere la calma. L’operatore, con voce rassicurante, le assicurò che una macchina sarebbe arrivata in meno di cinque minuti. Sofia si aggrappò a quelle parole come a un’ancora di salvezza, mentre controllava l’orologio ogni trenta secondi. Finalmente, dopo quello che le parve un’eternità, un taxi bianco e nero si fermò davanti a lei.
L’autista, un uomo sulla cinquantina con gli occhi gentili, capì subito l’urgenza della situazione. “Salga pure, facciamo in tempo!” le disse, mentre accendeva la luce blu sul tetto per attraversare più velocemente il traffico. Attraversarono la città a una velocità che sotto altre circostanze avrebbe terrorizzato Sofia, ma in quel momento ogni semaforo rosso superato era una piccola vittoria. L’uomo le raccontò di aver aiutato decine di passeggeri in situazioni simili, e quelle storie la tranquillizzarono.
Quando il taxi si fermò davanti alla stazione, Sofia aveva ancora cinque minuti per correre al binario. Pagò in fretta, ringraziando più volte l’autista, che le sorrise: “È il mio lavoro, signorina. Buon viaggio!”. Con il cuore che le batteva all’impazzata, Sofia attraversò la stazione di corsa, raggiungendo il treno proprio mentre le porte si chiudevano. Si lasciò cadere sul sedile, esausta ma sollevata. Senza quel taxi, sarebbe rimasta bloccata a Milano.
Quella notte, mentre il treno sfrecciava nell’oscurità, Sofia ripensò all’efficienza del Radio Taxi 24 e alla gentilezza dell’autista. Si rese conto che, nella frenesia della vita, c’erano ancora servizi su cui poter contare, pronti a trasformare un disastro in una storia a lieto fine. Per questo, decise che avrebbe sempre conservato quel numero salvifico nella rubrica del telefono.
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