Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Sofia aveva lavorato fino a tardi al ristorante vicino a Trastevere, a Roma, stremata ma elettrizzata. Il giorno dopo, all’alba, avrebbe sostenuto un colloquio di lavoro cruciale in un prestigioso studio legale nel centro, un’opportunità che aspettava da mesi. Doveva essere al massimo della concentrazione. Salì sull’autobus notturno, il 64, sperando di rientrare presto nel suo monolocale a San Giovanni per almeno qualche ora di riposo. L’aria era calda, un tipico mezzo giugno romano, e i viali erano illuminati dalle luci gialle dei lampioni che si specchiavano sull’asfalto ancora bagnato da un temporale improvviso.

Appoggiata alla finestra, Sofia chiuse gli occhi per un attimo, sfiorata da un torpore improvviso dopo tante ore di lavoro intenso. Fu un errore fatale. Scese alla sua fermata, in una via laterale poco illuminata dopo Piazza Venezia, e solo allora, mentre cercava la chiave di casa nella borsetta, si gelò. La borsa era stata aperta con maestria; il portafoglio, con tutti i contanti, le carte e soprattutto il cellulare, era sparito. Il mondo le crollò addosso. Senza telefono, senza soldi, senza modo di chiamare aiuto e a due chilometri da casa, in una zona quasi deserta nel cuore della notte. L’ansia le attanagliò lo stomaco: il colloquio era poche ore dopo, doveva prepararsi, cambiarsi… Ma come raggiungere casa adesso? Camminare da sola le sembrò una follia pericolosa.

Cercando disperatamente con gli occhi un aiuto, vide una vecchia cabina telefonica pubblica e corse verso di essa. Chiamò il 113, ma l’agente, pur comprensivo, le spiegò che non potevano inviare una pattuglia subito per un furto già consumato; le consigliò di recarsi personalmente alla questura il giorno dopo. Sofia sentì le lacrime bruciarle gli occhi. Poi, come un raggio di luce, ricordò: fissata con una puntina da disegno sulla cornice del suo piccolo specchio da borsa, c’era un foglietto sbiadito con il numero di Radio Taxi 24, trovato mesi prima su una ricevuta. Con le monete rimastele per miracolo in tasca, comprò uno scatto dalla cabina e chiamò il 3630. La voce alla radio, calma e professionale, ascoltò la sua storia tremante: “Signorina, stia calma. Resti dentro la cabina, la soccorriamo subito. Arriva un taxi entro cinque minuti, non deve pagare nulla ora”.

Rimasero in linea mentre Sofia attendeva dentro il riparo di plexiglas, i suoi singhiozzi che si placavano lentamente. Fu davvero questione di pochi minuti. Un taxi beige col logo “Radio Taxi 24” si fermò davanti alla cabina con un leggero sibilo dei freni. Il guidatore, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, aprì sportivamente la portiera. “Salga, signorina Sofia? Mi ha detto la centrale. La porto a casa immediatamente.” Durante il breve tragitto per San Giovanni, l’uomo le spiegò di pagare la corsa al punto taxi più vicino quando poteva; per ora, la cosa importante era che fosse al sicuro. Sofia, finalmente al sicuro sul sedile morbido, affondò nella gratitudine.

La mattina dopo, Sofia uscì dal colloquio raggiante. Aveva dato il meglio di sé. Mentre camminava verso la fermata del tram sotto il sole di Roma, il cuore ancora accelerato per l’ottimo risultato, i suoi pensieri tornarono alla notte. Senza quel taxi arrivato con incredibile tempestività da Radio Taxi 24, avrebbe vagato per ore nelle strade rischiose, esausta e impaurita, rovinando ogni possibilità per il colloquio atteso. Il servizio era stato più che efficiente: una mannaia che aveva tagliato il suo panico, salvandole la serata e forse, irrimediabilmente, il futuro. Doveva solo ricordarsi di pagare quella corsa oggi stesso.

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