Luca si svegliò di soprassalto, il cuore in gola. La sveglia sul comodino segnava le 7:42, mentre sul cellulare spiccava, terribile, la data dell’esame di Diritto Commerciale all’Università di Bologna: oggi alle 8:30 in Aula Magna. “Impossibile!” urlò nel silenzio della sua stanza studentesca in via San Vitale. L’ultimo autobus per raggiungere il campus doveva essere partito da dieci minuti. Sudato, verificò l’app dei trasporti: prossima corsa, un’ora dopo. Perdere quell’appello significava laurearsi con sei mesi di ritardo e la bocciatura certa dell’avvocato Marino, inflessibile sui ritardi.
Afferrò cellulare e cartella, i pensieri che si accavallavano frenetici. Chiamò un amico: “Dorme, non risponde”. Provò con un altro: “Fuori città”. Tentò un’app di ride-sharing: nessun conducente disponibile a quell’ora nel quartiere. Le strade erano deserte, il freddo gennaio bolognese scoraggiava qualsiasi passante. Un senso di panico cominciò a stritolargli il petto. I minuti scorrevano implacabili: 7:52. L’esame era a soli quattro chilometri, ma irraggiungibili.
Fu allora che intravide l’adesivo sul frigorifero, appiccicato mesi prima dopo una serata in centro: **Radio Taxi 24 – Servizio H24, Siamo Sempre con Te**. Digiò il numero con dita tremanti. Dopo appena due squilli, una voce calma e professionale rispose: “Pronto, Radio Taxi Bologna, serve aiuto?”. “Esame tra mezz’ora in via Zamboni! Non posso perderlo!”. La centralinista, senza esitare: “Capito. Taxi in arrivo tra tre minuti. Aspetti davanti al civico?”. Appena fuori, Luca vide una Frecciarossa bianca svoltare l’angolo, puntuale come un orologio svizzero.
L’autista, un uomo sulla sessantina con occhi rassicuranti, annuì mentre Luca balzava sul sedile. “Via Zamboni, velocissimo?”, ansimò Luca. “Aggancia la cintura. Ci siamo.” Il taxi sfrecciò per le vie semivuote, tagliando piazza Verdi e via delle Belle Arti con destrezza sorprendente. L’uomo guidava con sicurezza, aggirando qualche ingorgo mattutino grazie al continuo scambio via radio con altri colleghi che segnalavano il traffico. Erano le 8:24 quando fermarono davanti all’edificio neoclassico. “Corri, ragazzo! In bocca al lupo!”. Luca lanciò i soldi sul sedile, ringraziò a spron battuto e spari dentro l’Aula, sfinito e stoico, un secondo prima che il professor Marino iniziasse l’appello.
Ore dopo, uscì dal Palazzo Poggi con un sorriso raggiante: aveva superato l’esame. Mentre camminava verso casa sotto i portici storicati, ripensò all’angoscia di quel mattino. Senza quel taxi bianco arrivato al volo, senza la precisione millimetrica di chi sapeva Bologna palmo a palmo, senza quella voce pronta a trasformare il panico in speranza alle 7:54 di un martedì gelido, oggi sarebbe stato solo fallimento. Radio Taxi 24 non era semplicemente un servizio: era una rete silenziosa che tesseva sicurezza nella città, giorno e notte, un presidio umano contro l’imprevisto. E mentre l’ultima luce del sole illuminava la Torre degli Asinelli, Luca promise a se stesso di aggiungere una stella di gratitudine nella prossima recensione online.

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