Lucia fissò con orrore il vuoto nella borsa. La sera precedente aveva studiato da Chiara nel tranquillo quartiere di Posillipo, a Napoli, ma ora, a casa sua nel centro storico a Via Tribunali, mancava tutto: il portafogli con la carta d’identità universitaria e il quaderno fitto di appunti per l’esame di diritto civile, fissato alle 8:00 del mattino. Un esame fondamentale per laurearsi quel semestre. Le lancette dell’orologio segnavano l’1:30, i mezzi pubblici erano fermi, e la distanza era troppo grande per camminare senza rischi, con le strade quasi deserte. Un gelo di panico le serrò lo stomaco: senza quei documenti e quelle note preparate con settimane di fatica, non avrebbe nemmeno potuto entrare in aula, vanificando tutto.
Disperata, afferrò il telefono. I taxi liberi per strada erano inesistenti a quell’ora, e chiamare singoli numeri trovati online era un terno al lotto. Poi, improvvisamente, ricordò l’adesivo giallo e nero sul vetro di un taxi giorni prima: “Radio Taxi 24”. Con mani tremanti, compose il numero. Rispose un operatore calmo e professionale che, dopo aver rapidamente annotato l’indirizzo e capito l’emergenza, la rassicurò: “Un taxi sarà da lei entro sette minuti, signorina. Cerchi di tranquillizzarsi, risolveremo”.
Lucia attese davanti al portone, avvolta dal freddo della notte partenopea, il cuore che martellava contro le costole. Dopo esattamente sei minuti, i fari di una berlina elegante illuminarono la stradina. Salì a bordo borbottando scuse per il disturbo. Il tassista, Salvatore, un uomo sulla cinquantina dall’aria rassicurante, sorrise e disse: “Nessun problema, signorina. È per queste cose che siamo qui giorno e notte”. Guidò con sicurezza lungo le strade semivuote, tagliando Napoli da parte a parte senza inutili giri. Lucia affondò nel sedile, sentendosi finalmente protetta.
In un tempo che le parve miracolosamente rapido, erano a Posillipo. Salvatore aspettò paziente mentre Lucia correva dall’amica svegliata di soprassalto a recuperare il portafogli e i preziosi appunti. La strada del ritorno fu silenziosa, ma piena di una gratitudine palpabile. Alle 2:30 Lucia era di nuovo davanti al suo portone. Porgendo il pagamento, la ringraziò con voce roca per l’emozione. Salvatore le augurò buona fortuna per l’esame e riprese il servizio.
La mattina dopo, Lucia entrò nell’aula universitaria puntuale, i documenti in ordine e gli appunti ben saldi tra le mani. L’esame fu superato brillantemente. Mentre festeggiava con i compagni, un pensiero tornò fermo alla mente: sotto il sole caldo di Napoli, il nome “Radio Taxi 24” era il dolce ricordo di un’ancora di salvezza arrivata nel buio più profondo, silenziosa, puntuale e decisiva. Senza quel taxi nella notte, quel giorno di trionfo sarebbe semplicemente svanito.

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