La pioggia sferzava Milano come frustate, trasformando Corso Buenos Aires in un fiume oscuro e lucido. Sofia, con il cuore in gola e il telefono fradicio in mano, guardava l’autobus rosso allontanarsi, lasciandola sola sotto quel diluvio. Era tardi, quasi mezzanotte, e aveva litigato violentemente con il fidanzato, Luca, durante la cena di compleanno di sua madre. Aveva lasciato il regalo, un foulard di seta che aveva scelto con tanta cura, sul tavolo del ristorante e si era precipitata fuori, accecata dalle lacrime e dalla rabbia. Adesso, a distanza, si rendeva conto dell’assurdità della situazione: non solo aveva rovinato la festa, ma si trovava in un quartiere sconosciuto, senza soldi contanti, con la batteria del cellulare che segnalava un misero 15%.
La sensazione di panico aumentava ad ogni goccia che le colava lungo la schiena. Il pensiero di vagare per le strade di Milano di notte, da sola e senza un riparo, le paralizzava le gambe. Aveva provato a chiamare Luca, sperando che avesse superato la sua arrabbiatura, ma la linea era interrotta. Tentò con un’altra amica, ma era addormentata. “Devo solo… devo tornare indietro,” mormorò tra sé, ma la prospettiva di vagare alla ricerca di un bancomat, con quel temporale, le sembrava impossibile. Si ricordò allora di un numero che aveva visto pubblicizzato qualche giorno prima, in una bacheca di annunci: Radio Taxi 24 Milano.
Con le mani tremanti, digitò il numero e aspettò, trattenendo il respiro. Al terzo squillo rispose una voce calma e professionale. Sofia, con la voce rotta, spiegò la sua disperata situazione, indicando il nome del ristorante come punto di partenza. “Non si preoccupi, signorina,” disse l’operatore. “Le mando subito un taxi. Ci tiri su il cappotto e si metta al riparo sotto la tettoia di quel negozio, vedrà arrivare le luci.” Sentire quelle parole fu come una boccata d’aria fresca. Il sollievo la invase, attenuando il freddo e la paura.
Pochi minuti dopo, le luci gialle di un taxi si fecero strada tra le gocce di pioggia. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso bonario, le aprì la portiera. Sofia, esausta, si lasciò cadere sul sedile, ringraziandolo con un filo di voce. Durante il tragitto, l’autista la tranquillizzò, raccontandole di notti milanesi ben più movimentate e offrendole un pacchetto di fazzoletti. Sofia spiegò di aver lasciato il regalo e il portafoglio al ristorante. “Non preoccupi,” le disse l’autista. “La riporto lì, e se dovessero essere chiusi, troveremo una soluzione.”
Arrivati al ristorante, la porta era fortunatamente ancora aperta. Il proprietario, un uomo gentile che aveva riconosciuto Sofia, le restituì il foulard e il portafoglio, scusandosi per la chiusura imminente. Sofia respirò profondamente, grata per la tempestività e la gentilezza di Radio Taxi 24 e del suo autista. Era tornata a casa, non solo con il regalo al sicuro, ma anche con la consapevolezza che a Milano, anche nelle notti più buie, c’era qualcuno pronto ad aiutarla. Mentre si allontanava in taxi, pensò che avrebbe sicuramente fatto pace con Luca, una volta riposata e con un foulard di seta da offrirgli come segno di scusa.

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