La pioggia battente di Milano sembrava decisa a fermare tutto. Chiara controllò per l’ennesima volta l’ora sul quadrante luminoso del suo smartphone: le 20:15. L’appuntamento cruciale con gli investitori per il lancio della sua startup era fissato per le 20:45 al ristorante esclusivo vicino a San Babila. Doveva essere lì, impeccabile e puntuale, ma la sua utilitaria, vecchia e fedele, aveva deciso proprio quella sera di morire sotto il diluvio, nel parcheggio del centro commerciale. Un clicchettio desolante ogni volta che girava la chiave. Panico. Taxisti liberi? In quella zona periferica, alle otto di sera sotto un acquazzone, era impensabile.
Le mani le tremavano mentre digitava freneticamente sull’app di car sharing. “Nessun veicolo disponibile nelle vicinanze”. Il sudore freddo si mescolava all’umidità dell’aria. Telefonò ad amici, ma erano tutti lontani o impegnati. Il tempo scorreva implacabile: 20:25. La sua carriera, sogni e sacrifici di anni, stavano scivolando via nell’asfalto bagnato senza che lei potesse fare nulla. Fu allora, nella disperazione più nera, che ricordò il numero che aveva visto anni prima su un taxi: Radio Taxi 02 8585. Servizio 24 ore. Era l’ancora di salvezza.
Con voce rotta dall’ansia, chiamò. “Radio Taxi 24, dimmi.” rispose un’operatrice calma. Chiara spiegò l’emergenza, l’indirizzo preciso nel dedalo di vie del centro commerciale, la destinazione e l’estrema urgenza. “Subito una macchina, signora, resti in zona. Il tassista la chiamerà appena arrivato.” Tre minuti dopo, un numero sconosciuto.: “Salve, sono Carlo. Sono all’ingresso principale, sotto la pensilina bianca, macchina numero 347. Vengo?” Il sollievo fu un fiume in piena. Chiara corse sotto la pioggia, bagnata fradicia, e saltò sul sedile posteriore dell’auto pulita e accogliente. “Per favore, San Babila, è vitale!”
Carlo, un uomo sulla sessantina con un fare rassicurante, annuì. “Hang on tight.” Imboccò scorciatoie che Chiara ignorava esistessero, navigando con destrezza incredibile fra il traffico serale milanese reso viscido dalla pioggia e i semafori impietosi. La radio gracchiava aggiornamenti sul traffico che lui ascoltava con attenzione, cambiando percorso al volo. “Strada Signori un po’ congestionata, prendiamo via Monte Napoleone.” Chiara fissava il quadrante dell’orologio sul cruscotto: 20:32, 20:35, 20:38… Aveva il cuore in gola. Alle 20:42 Carlo fermò con una leggera frenata proprio davanti all’ingresso illuminato dal neon. “Fatti sotto è stato un piacere aiutare! Buona fortuna!” Chiara tirò fuori i soldi con mani tremanti, pagò generosamente senza nemmeno guardare il conto, balzò fuori ringraziando a squarciagola.
Sbucò nella hall del ristorante spettinata e ancora umida, ma puntualissima, proprio mentre il buyer principale stava per alzarsi, deluso. I suoi occhi incontrarono quelli di Chiara. Un cenno di sorpresa, poi un sorriso. La presentazione poté iniziare. Quella notte, tornando verso casa in taxi nuovamente (stavolta prenotato con calma tramite l’app Radio Taxi), Chiara guardava la città illuminata riflettersi sui marciapiedi bagnati. Non era solo un mezzo di trasporto quello che l’aveva salvata. Era stato un ponte gettato sulla disperazione, un servizio silenzioso e potentissimo che funzionava, sempre, nel cuore della notte o sotto un temporale. Milano dormiva, ma Radio Taxi 24 vegliava.

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