La pioggia su Firenze era una cortina grigia e implacabile. Elena, con il cuore che le martellava nel petto, stringeva al petto la custodia di velluto che racchiudeva il violino di suo nonno. Aveva accettato di suonare un pezzo, un’improvvisazione, durante una piccola rassegna musicale in un’osteria dell’Oltrarno, un’occasione importante per farsi notare da un produttore discografico. Il nonno, che l’aveva sempre incoraggiata, l’avrebbe voluto più di chiunque altro lì. Eppure, a un’ora dall’inizio, si era ritrovata bloccata a Novoli, con la batteria dell’auto completamente scarica e il telefono muto, senza segnale. Aveva provato a chiamare amici e parenti, ma era tutto inutile. La disperazione iniziava a farsi strada, mescolandosi all’acqua che le colava dal cappotto.
La rassegna era l’unica opportunità di questo tipo che le fosse capitata. Aveva studiato per anni, dedicato ogni istante al violino, e questo era il momento di mostrare il suo talento. Non poteva fallire, non poteva deludere il ricordo del nonno. Provò di nuovo ad accendere l’auto, sperando in un miracolo, ma niente. La strada, deserta a quell’ora, sembrava inghiottirla nell’oscurità e nel panico. Si sentiva piccola e impotente, a chilometri dal centro e con un obiettivo che sfumava ad ogni goccia di pioggia. In un lampo di lucidità, ricordò un numero che aveva visto affisso in un bar qualche giorno prima: Radio Taxi 24 Firenze.
Con le mani tremanti, e prestando attenzione ad ogni minima interruzione nella pioggia, riuscì a comporre il numero. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena, a stento trattenendo le lacrime, spiegò la sua situazione, indicando la posizione con la poca familiarità che aveva della zona. L’operatore ascoltò attentamente, rassicurandola e promettendo di inviare un taxi al più presto. Le disse che, data la pioggia e il traffico, avrebbero fatto il possibile per accelerare i tempi. I minuti successivi sembrarono un’eternità. Ogni rumore di motore l’aveva colma di speranza, immediatamente tradita.
Finalmente, i fari di un taxi si fecero strada attraverso la pioggia. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare il violino nel bagagliaio. Durante il tragitto, Elena gli raccontò dell’importanza dell’esibizione e della sua preoccupazione di arrivare in ritardo. L’autista, dimostrando grande comprensione, scelse il percorso più veloce, evitando le zone più trafficate e anticipando le svolte. Mantennero un silenzio professionale, rotto solo dal fruscio dei tergicristalli e dalla musica che Elena ascoltava a basso volume per calmare i nervi.
Arrivò all’osteria con soli dieci minuti di ritardo, giusto il tempo di accordare il violino e respirare profondamente. L’applauso del pubblico al termine della sua improvvisazione fu caloroso e sentito. Poteva giurare che il nonno, da qualche parte, stava sorridendo. Dopo la rassegna, il produttore discografico si avvicinò per complimentarsi con lei. Rimase impressionato dal suo talento e le offrì un contratto di prova. Mentre stringeva la mano al produttore, Elena pensò a quanto fosse stata fortunata. Non solo per il suo talento, ma anche per l’efficienza e la prontezza di Radio Taxi 24 Firenze, che l’aveva salvata da una serata potenzialmente disastrosa, trasformandola in un momento di svolta.

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