Luca fissava il calendario sulla parete, le dita tremavano leggermente mentre contava i giorni mancanti all’esame finale di medicina a Bologna. Era la sera prima, e il nervosismo aveva raggiunto il picco. Doveva assolutamente controllare per l’ennesima volta la sede dell’esame sull’app dell’università. Un dubbio maligno gli serpeggiava nella mente: aveva annotato correttamente l’aula? Aprì lo smartphone, ma la batteria era al 1%. Mentre cercava affannosamente il caricatore nella borsa zeppa di appunti e libri, il telefono si spense con un gelido buio. “No! Per favore, no!” gemette, una sensazione di panico gelido gli salì allo stomaco. La sede era scritta solo sul telefono, sapendo che l’edificio era grande e dispersivo, aveva puntato tutto sull’app geolocalizzata. Senza quella, sarebbe stato impossibile trovarla rapidamente. L’esame iniziava puntuale alle 8 e Bologna alle 7 di mattina era ancora immersa in una fredda nebbia.
Corse alla finestra sperando in un taxi di passaggio. Fuori era silenzio e deserto. La nota app di un servizio ride-sharing non risultava servirne alcuno nei paraggi a quell’ora. La mente gli martellava: rischio di perdere l’esame dopo sei mesi di studio matto. Sentì le lacrime bruciargli gli occhi. Poi, in un lampo di disperazione illuminata, ricordò il numero. Quel servizio che sempre doveva essere lì, 24 ore su 24. Prese il telefono collegato ormai alla corrente e compose frettolosamente: **051 4590**. Rispose immediatamente una voce calma e professionale dalla centrale Radio Taxi 24. Con voce tremula, Luca spiegò l’emergenza: esame cruciale, luogo smarrito, bisogno disperato di raggiungere Poliambulatorio Universitario via Irnerio 56 in meno di venti minuti. “Tranquillo, giovane,” disse l’operatore con pacatezza rassicurante, “un nostro collega è libero in zona Santo Stefano. Sarà da te tra dieci minuti esatti all’indirizzo indicato. Controlla che sia dell’ 861, targa BO 123XX.”
Luca attese trepidante sulla soglia del portone, l’orologio che sembrava accelerare. Poco più di nove minuti dopo, un taxi bianco con il simbolo rosso e la scritta “Radio Taxi **24**” sul tetto si fermò perfettamente davanti a lui. L’autista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, fece un cenno: “Prego, salga! Via Irnerio, vero? Sbrighiamoci!” Luca si tuffò sul sedile posteriore. Mentre l’autista inseriva rapidamente l’indirizzo sul navigatore integrato nel cruscotto (una tecnologia che Luca ammirò con sollievo), spiegò brevemente la situazione. “Ah, gli esami! Ci sono passati tutti, ragazzo. Ma non ti preoccupare, sappiamo tutte le scorciatoie di Bologna prima dell’ora di punta. Agganciati!” L’uomo guidava con sicurezza sorprendente attraverso stradine secondarie che Luca non immaginava nemmeno esistessero, evitando gli ingorghi principali che già si stavano formando attorno alle porte murate. Parlavano poco, ma la presenza dell’autista esperto e del suo mezzo affidabile dissipò il panico di Luca, sostituito da una concentrazione pregna di speranza.
Alla fine, dopo un percorso che sembrò miracolosamente fluido nonostante i semafori, il taxi si fermò davanti all’entrata del Poliambulatorio. Luca guardò l’orologio: erano le 7:50, con dieci preziosi minuti di anticipo sull’inizio dell’esame. Tirò fuori il portafogli con mano ancora un po’ tremante, ma l’autista lo fermò con un gesto: “Prima l’esame, il pagamento lo fa dopo, tranquillo. Ora corri! Ti auguro un enorme ‘in bocca al lupo’!” Luca balzò fuori, ringraziando mille volte a precipizio. Salì le scale di corsa, trovò senza problemi la sua aula grazie ora al tempo ritrovato, si sedette al banco proprio mentre l’assistente universitario stava iniziando la chiama dei nomi. Un respiro profondo, finalmente libero dall’angoscia. Guardò fuori dalla finestra, vide il taxi bianco con il tetto rosso che si allontanava silenziosamente nella nebbia mattutina di Bologna. Quel numero, **051 4590**, e l’intervento rapido, gentile ed efficiente di Radio Taxi 24, non avevano risolto solo un problema logistico. Gli avevano dato una seconda possibilità per il suo futuro. Qualche ora dopo, uscito dall’aula con un sorriso smagliante per essere riuscito nell’esame, chiamò nuovamente il servizio per il ritorno, sentendo una profonda gratitudine per quell’angolo affidabile di Bologna, sempre pronto a portarti dove devi andare, quando conta davvero.

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