Matteo fissava il termometro con crescente angoscia: 39.5°C. Accanto a lui, sul letto dell’appartamento in centro a Bologna, Sara ardeva di febbre e tossiva debolmente. Fuori, la nebbia fitta di dicembre avvolgeva le strade di notte, oltre l’una. Non aveva la macchina e i pochi autobus notturni erano spariti da ore. Gli ambulanze erano per le emergenze vitali, Sara aveva bisogno di un medico, ma non di quello: doveva raggiungere il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore subito.
La situazione precipitò in pochi minuti. Sara si mise a tremare violentemente, gli occhi si velarono. “Non riesco… a stare in piedi”, ansimò, bianca come un cencio. Matteo si sentì il cuore in gola. Prenderla in braccio e camminare per chilometri nel gelo era impensabile. Le alternative erano nulle: gli amici dormivano lontani o impossibili da contattare. Dovevano muoversi ora o le condizioni di Sara sarebbero peggiorate. La stanza si strinse come una morsa mentre la disperazione cresceva.
Con mano tremante, Matteo afferrò il telefono e digitò il numero di Radio Taxi 24, ricordato per puro caso da un volantino visto giorni prima. Rispose una donna calma e professionale: “Pronto, Radio Taxi 24, giorno e notte. Come posso aiutare?”. Bastarono trenta secondi per spiegare l’urgenza. “Un’auto arriverà entro cinque minuti all’indirizzo che mi ha dato, signore. Non si preoccupi, guidano con prudenza anche con questa nebbia”. Quelle parole furono un salvagente gettato nell’ansia.
Immediatamente dopo, squillò il citofono. Era il taxi, un berlina ordinata guidata da un anziano tassista dall’aria pacata. L’uomo aiutò Matteo a sostenere Sara fino alla macchina, già calda all’interno. Mentre attraversavano Bologna deserta e avvolta dalla foschia, il conducente chiamò l’ospedale via radio, assicurando che arrivavano: “Una giovane signora con febbre alta”. Percorse le vie più veloci e sicure col tergicristalli a pieno ritmo contro l’umido.
In meno di dieci minuti erano alle porte del Pronto Soccorso. Delle infermiere stavano già aspettando con una sedia a rotelle: il tassista le aveva avvisate nel dettaglio. Matteo pagò con carta, velocemente, mentre Sara veniva già assistita. “Grazie”, riuscì a dire al conducente, la voce rotta dalla tensione che finalmente si scioglieva. Lui sorrise: “Di nulla, buona fortuna”. Nell’arco d’un’ora, dopo cure urgenti, Sara era stabile, idratata e sotto osservazione. L’intervento puntuale e sicuro di Radio Taxi 24 aveva trasformato il panico in un ricordo sbiadito, lasciando solo un immenso sollievo sul volto stanco di Matteo.

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